volume II - Grand Tour
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Fra’ Bruno certosino, pittor fiorentino, scolare di Cristofano Allori, nel fine della Vita del quale, senza<br />
altre notizie ne fa menzione il Baldinucci, decennale <strong>II</strong>, della parte <strong>II</strong>I, del secolo IV, a 306.<br />
Fra’ Ottavio Piccolomini, duca di Amalfi, invitto cavaliere gerosolimitano, escì dalla scuola di Giulio<br />
Parigi in Firenze, e tralle altre sue rare virtù ebbe quella del disegnare eccellentemente, come asserisce il<br />
Baldinucci, decennale <strong>II</strong>I, della parte <strong>II</strong>I, del secolo IV, a 393, nella Vita di Giulio Parigi.<br />
Fra’ Luca, pittor franzese, fu disegnatore celebre, e buon compositore di storie, ma assai cattivo<br />
coloritore. Insegnò l'arte a monsù de Piles, della vita di questo artefice, egli medesimo ne fa menzione<br />
nel suo libro intitolato Compendio delle vite dei pittori ecc., edizione <strong>II</strong>.<br />
[p. 977 – <strong>II</strong> – C_243R] Fra’ Giovanni Francesco di Lione, zoccolante, pittore di architettura e di<br />
prospettiva. Sono sue opere nella chiesa dei padri Zoccolanti di Lione, conforme scrive Giovanni de<br />
Bombourg di Lione, nel suo libro intitolato Ricerca curiosa della vita di Raffaello ecc., a 100.<br />
Fra’ Giovanni, converso domenicano fiorentino, insieme con fra’ Ristoro e fra’ Sisto, fu architetto<br />
della chiesa di Santa Maria Novella di Firenze dei padri Domenicani, della quale messe la prima pietra il<br />
cardinal Latino, di casa Orsini, il giorno di S. Luca nel 1278, come scrive il Vasari nel fine della Vita di<br />
Gaddo Gaddi, parte I, a 114. Filibien, nella sua raccolta delle vite e delle opere degli architetti più<br />
celebri, libro IV, a 174.<br />
Fra’ Martello Angelo. Questo fu un architetto franzese il quale fece il disegno della chiesa di San Luigi<br />
della città di Parigi, e fu valentuomo. Ma perché egli era semplice laico, fu posposto a un altro religioso<br />
sacerdote dello stesso convento, il quale presumeva con poco o veruno fondamento, d’intendersi<br />
molto nell'architettura, onde ne risultò che quella fabbrica, in molte parti, restò imperfetta e storpiata.<br />
Francesco Barbieri pittore, creduto livornese, scolare di Felice Ficarelli, detto Felice Riposo. Sono sue<br />
opere in Livorno. Viveva nei medesimi tempi di Filippo Baldinucci, il quale parla di lui nella Vita del<br />
suo maestro nel decennale <strong>II</strong>I, della parte I, del secolo V, a 219.<br />
Francesco Aprile, scultor milanese. Di mano di questo artefice è la statua di S. Anastasia, scolpita in<br />
marmo, posta sopra l’altar maggiore della chiesa di detta Santa in Roma. Conforme scrive il Pinarolo<br />
nel tomo I, a 128.<br />
[p. 978 – <strong>II</strong> – C_243V] Francesco Borella, scultore in Milano, contemporaneo di Giovanni Paolo<br />
Lomazzo, dal quale vien citato, senza altre notizie, nel libro V<strong>II</strong>, a 637.<br />
Francesco Agnesini scultor veronese. Oltre a molte opere di questo artefice, è di sua mano l’Adone di<br />
marmo nel giardino dei signori Conti Verità, a Lavagno, come scrive il commendatore dal Pozzo, a<br />
205.<br />
Francesco Baratta, scultore da Massa di Carrara. Quantunque fosse molto avanzato nell’arte, operò<br />
non ostante sotto al Bernino, e fecesi più perfetto. Di mano di questo artefice è la statua di marmo,<br />
rappresentante il Rio de la Plata, nella gran fontana del Bernino in Piazza Navona di Roma. Baldinucci<br />
nella Vita del Bernino, a 33 e 82. Pinarolo, parte I, a 145 e 174.<br />
Francesco Barlon intagliatore in rame franzese. Si vedono di questo professore le favole di Esopo,<br />
intagliate all’acquaforte, in un libro in 4, stampato in Amsterdam nell’anno 1714 dai disegni di<br />
Tommaso Dudley.