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volume II - Grand Tour

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Cottard Le Duc, architetto franzese. Parla di quest’artefice Florent Le Comte, libro I, edizione <strong>II</strong>, a<br />

148, nel catalogo delle stampe di Marott, padre e figlio, registrando le di lui fabbriche intagliate dal<br />

suddetto Marott.<br />

Carlo Maderno architetto celebre, tralasciato dal padre maestro Orlandi. Ne fa menzione Florent Le<br />

Comte, libro I, edizione <strong>II</strong>, a 189, nel catalogo delle stampe di monsieur Marot, da cui fu intagliata la<br />

facciata di San Pietro di Roma, di disegno di detto Carlo.<br />

[p. 636 – <strong>II</strong> – C_069V] Cordier intagliatore franzese. Oltre agli altri molti suoi rami, intagliò il Porto di<br />

Brest in due carte, come scrive Florent Le Comte, libro I, edizione <strong>II</strong>, a 205, nel Catalogo delle stampe del<br />

gabinetto de re di Francia.<br />

Cossin intagliatore franzese. Tralle altre opere di questo artefice trovasi intagliato un quadro di monsù<br />

Halle, rappresentante S. Giovanni preso per essere gettato nella caldaia di olio bollente, presso alla<br />

porta Latina, come scrive Florent Le Comte, libro I, edizione <strong>II</strong>, a 238, 239. Vi è parimente il ritratto di<br />

Luigi XIV re di Francia, intagliato da lui in piccolo ovato sostenuto sopra una base da due figure, e<br />

sotto alcuni putti. Sopra vi sono due corone di lauro intrecciate con una fascia nella quale si legge:<br />

Victori Pacifico. Once XI e 2 terzi per alto, once 8 ardite per traverso.<br />

Cany, pittor franzese, fioriva in Parigi nel 1671 nella Compagnia degli orefici di quella città. Vedesi un<br />

quadro di sua mano rappresentante la conversione di S. Dionisio nella città Atene. Di questo artefice e<br />

di quest’opera ne dà contezza Florent Le Comte, libro I, edizione <strong>II</strong>, a 240.<br />

Cordella pittore, senza poter dare altre notizie di questo artefice, si riporta solo ciò che vien notato nel<br />

libro intitolato Il forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740, dove si trova registrato il suo<br />

nome e insieme le sue pitture che sono nella chiesa di San Giuliano di Venezia, a 77. Ne fa menzione il<br />

Boschini nelle Ricche miniere della pittura, del 1733, a 22, dicendo che fu pittore veneziano, e scolare di<br />

Giovanni Bellino.<br />

Claudio Boizot intagliatore in rame, si trovano alcune stampe volanti di questo artefice e tralle altre un<br />

S. Filippo Neri col suo nome.<br />

Calegarino pittore in Venezia. Di questo artefice ne vien fatta menzione nel libro, intitolato Il forestiero<br />

illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740 e nel medesimo si trovano registrate alcune sue opere, che<br />

sono in Venezia nelle seguenti chiese, cioè in San Giovanni Nuovo, a 117, e in Santa Maria Mater<br />

Domini, a 221.<br />

[p. 637 – <strong>II</strong> – C_070R] Cesare da Conegliano, valente pittore in Venezia. Ne vien fatta menzione nel<br />

libro intitolato Il forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740, e nello stesso son registrate<br />

alcune pitture, che si conservano nelle appresso chiese di Venezia, cioè nei Santissimi Apostoli, a 160;<br />

nei Carmini, a 235; in San Cristoforo della Pace, a 295, e in San Michele, a 295.<br />

Carlo Rinaldi da Roggio, architetto. Nel libro intitolato Il forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia<br />

nel 1740, si dice che con suo disegno fu fatta la torre dell’orologio sulla piazza di San Marco di<br />

Venezia, a 48. Siccome che egli operò negli Scalzi, a 179, e in Sant’Agostino, a 203.<br />

Claudio Peravu scultor franzese. Di questo artefice ne vien fatta menzione nel libro intitolato Il forestiero<br />

illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740, registrando specialmente la seguente sua opera, cioè il<br />

deposito fatto a Renato de Voyer de Palmii, conte di Argenson, ambasciadore straordinario di Luigi<br />

XIV re di Francia alla Repubblica di Venezia, e quivi morto nel 1651. In San Giobbe, a 176.

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