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volume II - Grand Tour

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ed in quadrupedi, ha operato mirabilmente per molti principi e cavalieri, particolarmente per il<br />

serenissimo di Modana, col quale fermossi 18 anni. Il suo fare di paesi è stato singolare, e maraviglioso,<br />

a olio, e più particolarmente a tempera. Il mirabile dei suoi componimenti copiosi, e il vedere la nuova<br />

invenzione dei siti veri, e ben ricercati, per far campeggiare in un rigoroso innanzi, e indietro le opere<br />

sue, che sono lontane da quel fondo e campo oscuro, usitato da tanti pittori. Questo virtuoso morì in<br />

Bologna il dì 3 novembre 1705, sepolto nella chiesa di San Tommaso del Mercato.<br />

[p. 672 – <strong>II</strong> – C_087V] Domenico Bissoni scultore, nativo di Venezia ma in Genova, dove sempre<br />

dimorò, chiamato il Veneziano. Lavorò in legno e in avorio sì bei crocifissi ed imagini che ogni<br />

principe, chiesa, oratorio o passeggiero sospirò qualche sua manifattura. Morì in Genova l’anno 1639;<br />

lasciò degno seguace delle opere sue Giovanni Batista, suo figliuolo. Soprani, a 329.<br />

Domenico Bruni bresciano, scolare di Tommaso Sandrini nella quadratura, nelle prospettive e nei<br />

colonnati. Fu valentuomo, come si può vedere nel coro del Carmine di Brescia, che compì l’anno 1634.<br />

Morì d’anni 75 nel 1666. Ne parlano con degna memoria lo Scannelli, il Ridolfi, il Cozzando e<br />

l’Averoldi, a 144. Il Ridolfi ne ragiona nella parte <strong>II</strong>, a 257. Il Baldinucci, decennale <strong>II</strong>I, della parte I,<br />

del secolo V, a 292, nella Vita di detto Tommaso Sandrino. Sono sue opere a fresco nella chiesa di San<br />

Luca di Venezia, notate nel libro intitolato Il forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740, a 65.<br />

Domenico Campagnuola veneziano, scolare di Tiziano. Lasciò belle memorie di sua mano dipinte nelle<br />

chiese e nei palazzi di Venezia. Lavorò con diligenza a olio e a fresco; toccò i paesi per eccellenza alla<br />

tizianesca. Ridolfi, parte I, a 73. Francesco Scoto, nel suo Itinerario d’Italia, parte I, a 254, lo fa oriundo<br />

di Padova. Ha intagliato due carte in tondo segnate colla seguente marca Do. Cap.: 1518<br />

[monogramma], registrata da Florent Le Comte nel suo libro intitolato Gabinetto di quadri, statue e stampe<br />

ecc., libro I, a 139. Vi è pure un’altra stampa di suo disegno intagliata da Domenico Fontana, come<br />

nota il detto Le Comte, nel detto luogo.<br />

Domenico Carretti bolognese, gran tempo dimorò in Brescia e dipinse belle storiette. Ultimamente<br />

comparve in pubblico con un quadro di Maria Vergine che con monile d’oro orna il seno a S. Teresa e<br />

si vede nella chiesa di San Pietro in Oliveto. Ritornato alla patria, ha dipinto in pubblico e in privato.<br />

Ha un fratello che dipinge al naturale fiori e frutte. Averoldi, a 206.<br />

Domenico Carnovale pittore e architetto in Modana, a olio e a fresco lasciò infinite prove del suo<br />

ameno pennello in quella città. Dipinse tanto al naturale l’architettura che ingannò gli uccelli e i pittori.<br />

[p. 673 – <strong>II</strong> – C_088R] Travagliava nel 1564. Vedriani, a 100. Pinarolo, tomo <strong>II</strong>, a 37.<br />

Domenico Conti fiorentino, pittore scolare di Andrea del Sarto, al quale per gratitudine eresse una<br />

memoria di marmo nella chiesa dei padri Serviti di Firenze, intagliata di Raffaello da Montelupo col<br />

seguente epitaffio di Pier Vettori: Andreae Sartio Admirabilis ingenii pictori ac veteribus illis omnium iudicio<br />

comparando. Dominicus Contes discipulus pro laboribus in se instituendo susceptis grato animo posuit. Vixit anni<br />

XL<strong>II</strong>. Ob anno MDXXX. Ma dopo non molto tempo per ignoranza fu tolto via, né si sa dove fosse<br />

riposto. Bene è vero che l’anno […] il ritratto di quel grand’uomo in marmo fu fatto collocare, insieme<br />

con una iscrizione sotto di esso, nel chiostro piccolo dello stesso convento dei padri Serviti, in mezzo<br />

alle famose pitture da esso dipinte e questo si vede ancora presentemente. Borghini, a 426. Vasari,<br />

parte <strong>II</strong>I, a 169, nella Vita di Andrea del Sarto; 411 e 541, nella Vita di Bastiano detto Aristotile.<br />

Lavorò nelle nozze di Cosimo I granduca di Toscana.<br />

Domenico del Barbiere pittor fiorentino, eccellentissimo maestro di stucchi e famoso disegnatore,<br />

come confermano le sue stampe che girano per il mondo con stupore universale. Aiutò il Rosso nelle<br />

reali gallerie e nei palazzi di Francia, dove gran tempo dimorò. Vasari, parte <strong>II</strong>I, libro I, a 211, nella<br />

Vita del Rosso. Monsù Filibien, libro <strong>II</strong>, a 84, nella Vita del Rosso. Florent Le Comte, nell’Idea di una<br />

bella biblioteca di stampe ecc., libro I, a 180.

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