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volume II - Grand Tour

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Ma l’affetto e l’esempio di sua virtù, lo lasciò come in deposito a due suoi cari discepoli, che [p. 578 –<br />

<strong>II</strong> – C_040V] furono Giuseppe Rusconi, e Giovanni Battista Maini, a riferire del Pascoli nelle Vite degli<br />

scultori, a 259. Angelo Vocola nell’aggiunta all’Abcedario pittorico del padre maestro Orlandi, ristampato in<br />

Napoli nel 1731, a 439. Oltre ai sopraddetti suoi scolari, cioè Rusconi e Maini, si dee annoverare altresì<br />

come tale Filippo della Valle fiorentino, che con tanto profitto stette nel suo studio, sino alla morte del<br />

caro maestro, come si dirà nella sua Vita. Fu Cammillo Rusconi uno scultore egregio, e singolarissimo,<br />

e niuno nei suoi tempi di gran lunga si è avvicinato al vero gusto degli antichi. Meritò di essere ascritto<br />

tra gli accademici dell’Accademia Clementina di Bologna, come nota Giampiero Zannotti nella sua<br />

Istoria di detta Accademia, libro IV, a 327 e 328. Ne fa menzione altresì nel libro <strong>II</strong>I, a XI, nella Vita di<br />

Giuseppe Mazza, a 246. Nella Vita di Angelo Gabbriello Pio.<br />

Cammillo Trivisani, dipinse a concorrenza di Paolo Veronese, assieme con Marco suo figliuolo dipinse<br />

la facciata della sua casa a Murano. Vasari, parte <strong>II</strong>I, a 258, nella Vita di Francesco Torbido, detto il<br />

Moro, che è dolo [dopo] la Vita di Liberale, e altri.<br />

Cammillo Vicentino scultore, col suo modello furono fatti gli due angeli di metallo attorno alla<br />

Beatissima Vergine nella cappella di San Carlo, in Santa Maria Maggiore di Roma. Gaspero Celio, a 62.<br />

Cammillo Landriani, pittore creduto milanese, scolare di Ottavio Semino, vien lodato dal Lomazzo<br />

nella sua Idea della pittura. Baldinucci, decennale I, della parte <strong>II</strong>I, del secolo IV, a 225.<br />

Cesare Van Everdinguen, nacque in Alkmaar, e fu bravo pittore in grande. Morì nel 1671. Vedi<br />

Giovanni e Aldest suoi fratelli pittori, come scrive Jacob Campo Weyerman, nella parte <strong>II</strong>.<br />

Cesare Baione celeberrimo, e valente pittore a fresco. Morì in Parma dopo di aver dipinto dentro e<br />

fuori tutto il palazzo di quel duca, e in moltissimi altri luoghi, e in Bologna sua patria dipinse in più e<br />

diverse chiese, e palazzi, ma molto più nel contado, e fra questi a Tizzano, nel palazzo dei Marescalchi,<br />

e nel monastero di San Michele in Bosco dipinse di fuori nel muro, tutto il claustro vecchio, con<br />

grandissima franchezza e vivacità. Masini, a 617.<br />

[p. 579 – <strong>II</strong> – C_041R] Cesare Franco architetto padovano, insieme con Girolamo Campagna, pittor<br />

veronese, fece il disegno ed eresse l’altar maggiore della chiesa di Sant’Antonio di Padova, nell’anno<br />

1579. Come scrive Francesco Soto, nel suo Itinerario d’Italia, parte I, a 48.<br />

Cesare Giuseppe Mazzoni bolognese pittore, vien celebrato da Giovanni Pietro Zannotti in un suo<br />

sonetto scritto al medesimo, il quale si trova nella <strong>II</strong>I parte della Scelta e canzoni de’ più eccellenti rimatori<br />

d’ogni secolo, edizione <strong>II</strong>, con nuova aggiunta, stampata in Bologna nel 1716, a 306. Questo degno<br />

soggetto vive ed opera in patria con stima nell’arte nel 1739.<br />

Cesare Arbasia gran pittore italiano e della scuola di Leonardo da Vinci, andò in Spagna nel 1600, e<br />

fralle altre opere sue segnalate, si conta la pittura della cappella del sacramento della chiesa cattedrale di<br />

Cordova. La sua maniera è un poco antica, ma si conosce in essa, che era pittore molto pratico. Fece,<br />

altresì, paesi eccellenti, come scrive Paceco nel suo Libro della pittura, a 422. Terminata la suddetta opera<br />

di Cordova, se ne tornò in Italia, chiamato espressamente dal suo amico Paolo di Cespedes, pittore. La<br />

sua morte seguì in Italia nel 1602. Palomino, Museo Pittorico, tomo <strong>II</strong>I, a 271.<br />

Cesare Turco, pittore illustre d’Ischitella, terra del capitanato, provincia del regno di Napoli, fioriva nel<br />

1560, e sono sue opere in Napoli, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, riferite dal Sarnelli, a 153 e<br />

216.<br />

Cesare Grosso, pittor bolognese, dipinse a concorrenza di Alessandro Albini, e di altri, notati dal<br />

Malvasia, parte <strong>II</strong>I, a 581.

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