volume II - Grand Tour
volume II - Grand Tour
volume II - Grand Tour
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Carlo Cavara pittor bolognese, nei suoi primi anni studiò in Bologna nella scuola di Marcantonio<br />
Franceschini, poi nell’età di anni 14, passato a Firenze, stette appresso Anton Domenico Gabbiani,<br />
sino alla morte d’esso. Quindi si diede a operare da sé in istorie e ritratti, paesi, godendo la protezione<br />
dei signori marchesi Capponi da San Friano, i quali lo tengono appresso di loro nella loro casa dove<br />
vive ed opera nel 1739, in età di circa 33 anni.<br />
Carlo Wendelin Anreiter di Ziernfeld, pittore di storie e battaglie, sullo smalto e sulle porcellane,<br />
scolare di Francesco Rotenstan di Bolzano. È stato 18 anni in [p. 597 – <strong>II</strong> – C_050R] Vienna d’Austria,<br />
dove ha molto operato per l’imperatore, principi e ministri, e per l’Altezza Reale del serenissimo<br />
Francesco terzo granduca di Toscana. Nell’anno 1737 passò a Firenze, condotto dal senatore Carlo<br />
Ginori, per dipignere sopra alle porcellane di nuova fabbrica, ritrovata dal predetto senatore sopra i<br />
suoi beni, dove vive in età di anni 36.<br />
Carlo Crehen di Praga, stette un pezzo in Roma, e fu bravissimo nei ritratti. Tanto scrive Jacob Campo<br />
Weyerman, nella parte <strong>II</strong>.<br />
Carlo Francesco Borzoni o Bolzoni, pittor genovese, figliuolo di Giuliano e fratello di Giovanni<br />
Batista, imparò dal padre, e fu buon professore. Soprani, a 184. Baldinucci, decennale <strong>II</strong>, della parte I,<br />
del secolo V, a 160, nel fine della Vita di Luciano, di Silvestro Bolzone.<br />
Carlo Antonio Galliani, pittor romano, fu il primo maestro di Giuseppe Chiari, ma fu più negoziante di<br />
quadri, che pittore. Pascoli, a 209.<br />
Carlo Antonio Terzaghi architetto, fu scolare di Giovanni Antonio de’ Rossi. Pascoli, a 319.<br />
Carlo Antonio Tavetta genovese, eccellente pittore di paesi, vive felicemente ed opera in patria nel<br />
1739, dopo essere stato per qualche tempo in Roma.<br />
Carlo Francesco Panfilo, pittor milanese, soggetto assai degno per il maneggio e per la tenerezza del<br />
colorito e molto più per aver sortito un ottimo naturale. Girupeno, a 143.<br />
Chiara Varotari, figliuola di Dario e sorella di Alessandro, pittrice veronese; di questa valorosa donna si<br />
[p. 598 – <strong>II</strong> – C_050V] ammirano molti belli e somiglianti ritratti, e altre molte sue lodevoli fatiche.<br />
Dipinse molto sul gusto del padre, ma il maneggio del pennello fu alquanto più languido. Ridolfi, parte<br />
<strong>II</strong>, a 83. Rinnovazione del Boschini del 1733, a 33.<br />
Chiarissimo di Antonio Fancelli, scultor fiorentino, discese da Settignano, villaggio discosto due in tre<br />
miglia dalla città di Firenze, scolare di Giovanni Caccini. Questo fu un bravissimo uomo. Lavorò per la<br />
regina di Francia, detta la Regina Madre. Fece di sua mano un pergamo, e tre statue di tondo rilievo,<br />
per la chiesa del duomo di Pisa. Morì in Firenze il dì 3 maggio 1632 ed al suo corpo fu data sepoltura<br />
nella chiesa della Santissima Nunziata di Firenze. Baldinucci, decennale <strong>II</strong>, della parte I, del secolo V, a<br />
136. Angelo Vocola, nell’aggiunta all’Abcedario pittorico del padre maestro Orlandi, ristampato in Napoli<br />
nel 1731, a 442.<br />
Chimenti Camicia architetto fiorentino, fu al servizio del re d’Ungheria, per cui fece palazzi, giardini e<br />
fontane, tempi, fortezze ed altre molte fabbriche d’importanza, con ornamenti, intagli, palchi lavorati<br />
ed altre simili cose, che furono con molta diligenza condotte da Baccio Cellini fiorentino, che colà si<br />
rimase. Chimenti, tornato a Firenze, mandò a detto Baccio alcune pitture di Berto Linaiuolo pittor<br />
fiorentino, le quali pitture di Berto, essendo state date a quel re, furono in Ungheria tenute bellissime, e<br />
dal medesimo re molto lodate. Il detto Berto morì in fresca età, avendo lasciato in Firenze sua patria,<br />
molte opere di sua mano. Il sopraddetto Chimenti, tornò poi in Ungheria, dove per le grandi e