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volume II - Grand Tour

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Cristofano Lendenari, Lorenzo e Bernardino detti di tal casato, modanesi, furono quei celebri artefici<br />

di tarsia che con figure, con paesi, con lontananze e con quadrature terminarono l’anno 1465 il coro<br />

della cattedrale di Modane. Croniche del Lancillotto.<br />

Cristofano Magnani o Magnano, da Pizzichettone (castello nella via di Cremona sull’Adda) imparò da<br />

Bernardino Campi e fu d’immaginativa sì forte, che una sol volta veduta qualche persona a memoria ne<br />

formava somigliantissimo il ritratto. Lavorò istorie a olio e a fresco a competenza del Malosso, da<br />

Lodi, del Catapane e del Mainardi. Morì in fresca età. Baldinucci, parte <strong>II</strong>, secolo IV, a 164.<br />

Cristofano Maurer Tigurino, scolare e figliuolo di Iodoco, delineò e descrisse tutti i luoghi della Svezia,<br />

dipinse sopra i vetri, con suoi disegni servì vari intagliatori, compose di poesia, scrisse e disegnò diversi<br />

emblemi acutissimi, fu assunto a prefettura senatoria e morì l’anno 1614. Sandrart, a 243.<br />

Cristofano Parmese annoverato tra gli scolari di Giovanni Bellino con Andrea Previtali da Bergamo,<br />

con Lattanzio da Rimini, con Rondinello da Ravenna, con Jacopo Montagna e con altri. Ridolfi, parte<br />

I, a 60. Rinnovazione delle ricche miniere del Boschini del 1733, a 21. Sono sue opere in Venezia nella chiesa<br />

dei Carmini, notate nel libro intitolato Il forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740, a 235.<br />

Cristofano Roncalli dalle Pomarance in Toscana, detto il cavalier Pomarancio, imparò in Roma da<br />

Niccolò [p. 572 – <strong>II</strong> – C_037V] Circignano, tanto si avanzò nella pittura che meritò di dipignere nella<br />

cappella Clementina del Vaticano il fatto di Anania e di Safira, che cadono morti a piedi del principe<br />

degli apostoli, volgarmente chiamato l’Altare della bugia. Fece i cartoni per diversi mosaici, meritò da<br />

Paolo V esser dichiarato cavaliere dell’abito di Cristo. Vide la Germania, la Fiandra, l’Olanda,<br />

l’Inghilterra e la Francia. Carico d’onori e di ricchezza giunse di nuovo a Roma ove poi l’anno 1626<br />

lasciò la spoglia mortale, e dai cavalieri e dai professori con pompa solenne fu accompagnato a Santo<br />

Stefano del Cacco, ed ivi d’anni 74 sepolto. Baglioni, a 288. Gaspero Celio, a 20. Pinarolo, tomo I, a<br />

270 e tomo <strong>II</strong>, a 165. Ipolito Cigna, degno pittor volterrano, nella sua Notizia manoscritta delle opere di<br />

pittura di valenti artefici che si vedono nella città di Volterra, suoi borghi e luoghi di val di Cecina, dal medesimo<br />

cortesemente comunicatomi originali l’anno 1740, fa menzione di questo artefice registrando una sua<br />

tavola della Santissima Nunziata, veramente bellissima, e un altro quadro piccolo ove è la Santa Casa di<br />

Loreto, le quali due opere si vedono nella Compagnia della Santissima Vergine, della chiesa<br />

dell’arcipretato delle Pomarance.<br />

Cristofano Rosa e Stefano fratelli bresciani, furono bravi quadratoristi dei suoi tempi. Da Cristofano<br />

nacque Pietro che fu scolare di Tiziano e valente nel dipignere storie, ma giovanetto non senza<br />

sospetto di veleno o (come altri dicono) di pestilenza, terminò col padre i suoi giorni, l’anno 1575.<br />

Ridolfi, parte I, a 255. Il Vasari, nella parte <strong>II</strong>I, del libro I, a 18 e 565, lo chiama Cristofano Bresciano e<br />

lo descrive per eccellente in dipignere prospettive, cornicioni, maschere e cartelloni che sembravano<br />

piuttosto di rilievo che dipinti. Ne parla anche il Rossi, a 511. Sicché il Vasari non è poi così poco<br />

amorevole co’ i pittori lombardi, come ha scritto il padre maestro Orlandi, nella Vita del Coreggio. Nel<br />

libro intitolato Il forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740, vien nominato questo artefice<br />

registrando le sue opere che sono in Venezia, nella Madonna dell’orto, a 169, e in Sant’Aponale, a 200.<br />

Cristofano Schuartz nativo di Inglostadt, pittore del duca di Baviera, lavorò bei quadri in Monaco e fu<br />

bravo inventore. Con sua invenzione Giovanni Sadeler intagliò bellissime stampe della Passione di<br />

Nostro Signore. Morì l’anno 1594. Baldinucci, parte <strong>II</strong>, secolo IV, a 204. Ridolfi, parte I, a 204, lo<br />

chiama Suartz scolare di Tiziano. Sandrart, a 254. Monsù de Piles nel Compendio delle vite dei pittori,<br />

edizione <strong>II</strong>, libro VI, a 364.<br />

Cristofano Serra da Cesena, scolare del Guercino, insegnò la pittura e il disegno a Cristofano Savolini.<br />

Manoscritto. Baldinucci, decennale <strong>II</strong>I, della parte I, del secolo V, a 275 nel fine della Vita del<br />

Guercino. Malvasia, parte IV, a 385, nel fine della Vita del medesimo Guercino.

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