volume II - Grand Tour
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Francesco e Guidone Aiutamicristo. Questi furono due bravi intagliatori in legno, pisani, i quali<br />
fiorivano nel 1222 e intagliarono tutti i sedili di noce del coro della chiesa di Santa Caterina di Pisa, dei<br />
padri Domenicani, come attesta monsignor Paolo Tronci nei suoi Annali pisani, a 183.<br />
Fra’ Guglielmo Pisano, converso dell’ordine dei predicatori. Uomo, oltre alla santità della vita, molto<br />
celebre nella scultura. Fu scolare di maestro Niccola Pisano, e riescì famosissimo non solo in tale arte<br />
ma ancora nell’architettura. ∇ È sua opera il bellissimo sepolcro di San Domenico in Bologna; in<br />
Lucca, la storia quando Cristo Nostro Signore è deposto di croce, sotto il portico della porta minore, a<br />
mano manca; in Pisa, il pulpito della chiesa di San Giovanni e quello del duomo di Siena; nella facciata<br />
del duomo di Orvieto, le due storie dell’Inferno e del Paradiso; in Firenze, nella facciata della<br />
Misericordia Vecchia. Molte furono le fabbriche fatte con suo disegno: la chiesa e gran parte del<br />
convento di San Domenico di Bologna; la badia di Settimo fuori Firenze; la facciata di San Michele in<br />
Borgo di Pisa; il campanile di San Niccola della medesima città; la chiesa di San Jacopo di Pistoia; la<br />
chiesa del Santo di Padova; la chiesa dei frati minori di Venezia; la chiesa di San Giovanni di Siena; la<br />
chiesa di Santa [p. 1035 – <strong>II</strong> – C_272R] Trinita di Firenze; del duomo di Volterra; della chiesa e<br />
convento di San Domenico di Arezzo; della chiesa di Santa Margherita da Cortona; della chiesa e badia<br />
nel piano di Tagliacozzo, d’ordine del re Carlo di Napoli. † Morì in Pisa circa il 1325. Monsignor Paolo<br />
Tronci, nei suoi Annali pisani, a 289.<br />
[p. 1034 – <strong>II</strong> – C_271V] [nota a margine] ∇ da questo segno sino al segno † va levato tutto e posto<br />
per aggiunta alla Vita di Niccola Pisano. [nota a margine]<br />
Ferraù Fenzionio pittore. Sono sue opere in Ravenna nella chiesa di Sant’Apollinare in Verlo.<br />
Girolamo Fabri, nella parte I, a 122, ne fa menzione chiamandolo col nome di pittore molto stimato.<br />
Fioriva del 1602.<br />
Fabio della nobilissima famiglia della Corgna o Cornia, pittore e architetto civile e militare, perugino.<br />
Nacque circa all’anno 1600, indi, cresciuto in età, prese tal gusto al disegno che volle apprenderlo,<br />
essendo ancor giovanetto, da Stefano Amadei. Passato poi al dipingere, colorì vari quadri a olio, quali<br />
regalò a diversi suoi amici. Dipinse altresì a fresco alcune opere nel palazzo di Castiglione, feudo del<br />
duca suo fratello. Annoiatosi del dipignere andò a militare in Ungheria, dove salì a’ primi gradi della<br />
milizia. Tornato alla patria e accasatosi, compose un poema in lode del grande Alessandro e fece altri<br />
vari altri componimenti poetici. Morì finalmente nel 1643. Pascoli, tomo <strong>II</strong>I, a 91, nella sua Vita. Nel<br />
libro intitolato Documenti d’amore di Francesco da Barberino, a 173, vedesi una stampa bellissima<br />
rappresentante la costanza, inventata e disegnata da Fabio della Cornia.<br />
Francesco Grotti architetto civile, nacque in Perugia il dì 9 giugno dell’anno 1604. Dopo di essere stato<br />
qualche anno agli studi della geometria e del disegno, e dopo fatto il corso della grammatica e della<br />
rettorica, si diede totalmente allo studio dell’architettura. Cercava sempre di praticare coi virtuosi, né si<br />
vedeva mai accompagnato con gli inferiori. Faceva continuamente disegni di fabbriche e si dilettò<br />
molto di raccoglier disegni di esse di altri autori, come pure quadri, medaglie, statuette e altro<br />
appartenente formandone un piccolo museo. Fu impiegato da diversi signori in fabbriche riguardevoli.<br />
Morì molto avanzato in età, nel 1679, sepolto in Santa Maria Nuova di Perugia. Pascoli, tomo <strong>II</strong>I, a<br />
197.<br />
[p. 1036 – <strong>II</strong> – C_272V] Francesco Bartoli perugino, figliuolo e allievo del famoso Pietro Santi Bartoli.<br />
Ebbe la stessa carica del padre di antiquario apostolico e del senato romano. Viveva nel 1732<br />
seguitando a intagliare le cose più rare, che giornalmente si scoprono in Roma. Ne fa menzione il<br />
Pascoli, nel tomo <strong>II</strong>I, a 232, nel fine della Vita del medesimo Pietro Santi Bartoli.<br />
Francesco Busti pittor perugino, scolare di Baciccio. Di questo artefice ne fa menzione il Pascoli, nel<br />
tomo <strong>II</strong>I, a 258, nel fine della Vita di Giovanni Fonticelli.