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volume II - Grand Tour

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Francesco Stellaert fiammingo, valoroso paesista, buon disegnatore, inventore e naturale ritrattista in<br />

Lione. Baldinucci, parte <strong>II</strong>I, secolo IV, a 238. Alcuni hanno creduto ciò che qui sopra si è scritto cioè<br />

che questo Stellaert sia lo stesso che Francesco Stella.<br />

[p. 929 – <strong>II</strong> – C_218R] Francesco Stringa, nato in Modana l’anno 1638, studiò sopra le opere del Lana,<br />

di cui fu scolare, poi colla soprintendenza alla galleria Estense qualificò le opere sue erudite colla<br />

veduta dei quadri rari e disegni che in quella si ammirano, e ne adornò chiese, palazzi, sale ducali, in<br />

patria, in Venezia, e in altri luoghi. Dipinse con franchezza, con gran colore e con spirito vivace, in<br />

istorie, in paesi, in quadratura, in architettura ed anco intagliò in rame in Modana, dove morì a dì 19<br />

marzo 1709.<br />

Francesco Susini scultor fiorentino, nipote e scolare di Antonio Susini che fu allievo di Giovanni<br />

Bologna. Andò a Roma, e con gli studi straordinari fatti sopra quei rilievi, molti dei quali fuse in<br />

bronzo, massimamente il Toro Farnese, ritornò in Firenze, dove sono innumerabili le opere che gettò<br />

sino al 1646, tutte descritte dal Baldinucci, parte <strong>II</strong>I, secolo IV, a 377.<br />

Francesco Terzi bergamasco, benché attendesse più al bulino che al pennello, nondimeno fece alcune<br />

ragionevoli pitture nella chiesa di San Francesco di Bergamo. Quello che fece acquistar grido fu la serie<br />

di ritratti dei principi della casa d’Austria, i quali vestì di abbigliamenti magnifichi, bizzarre armature,<br />

intagliati fra belle architetture, come si vedono alle stampe. Ridolfi, parte I, a 132. Lomazzo, libro V<strong>II</strong>,<br />

a 932. Sono sue opere nella sala del Maggior Consiglio di Venezia, registrate nel libro intitolato Il<br />

forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740, a 38.<br />

Francesco Torbido detto il Moro, veronese, imparò da Giorgione e l’imitò nel colorito e nella<br />

morbidezza. Caduto in contumacia in Venezia per aver ferito un suo rivale, partì per la patria e lasciò<br />

per qualche tempo il dipignere, il quale ripigliò sotto Liberale Veronese, che l’amò come suo figliuolo e<br />

alla morte lasciollo erede universale. Il Moro fu bravo pittore, maneggiò bene ogni sorta d’arme, ebbe<br />

spiriti nobili, conseguì in consorte una giovane di singolari natali, e fu dai parenti di quella teneramente<br />

amato; morì appresso i conti Giusti suoi antichi [p. 930 – <strong>II</strong> – C_218V] padroni, nei loro palazzi di<br />

Santa Maria in Stella, e fu sepolto nella chiesa di quella villa. Vasari, parte <strong>II</strong>, a 523, nella Vita di Vittore<br />

Sebastiano Scarpaccia, e parte <strong>II</strong>I, libro I, a 256, dopo la Vita di Liberale e altri; dal Pozzo, a 27.<br />

Baldinucci, decennale IV, del secolo IV, a 288, il quale ancor esso lo fa scolare di Liberale. Fioriva nel<br />

1536. L’Incognito conoscitore, registra le di lui opere; vedi l’indice della parte I, a 324. Filibien, libro I, a<br />

167, e libro <strong>II</strong>, a 91.<br />

Francesco Traballesi fiorentino, della scuola di Michele di Ridolfo Ghirlandaio, dipinse in Roma, in<br />

Firenze ed in altre città. Fu pittore universale, e dilettossi di far ritratti. Furono suoi fratelli<br />

Bartolommeo detto il Gobbo, pittore; Felice, scultore e fonditore, e Niccolò bravo argentiere in Parigi.<br />

Questi, dopo la morte della moglie, vestì l’abito domenicano. Ebbe cinque sorelle tutte monache in<br />

Santa Caterina, tutte pittrici e viventi nel 1600. Baldinucci, parte <strong>II</strong>, secolo IV, a 212. Baglioni, a 32, il<br />

quale erroneamente scrive Traboldese. Viveva nel pontificato di Gregorio X<strong>II</strong>I.<br />

Francesco Traini fiorentino, il più eccellente, spiritoso e vivace allievo di Andrea Orgagna, come ne<br />

rendono conto le opere sue tanto ben colorite nella chiesa di Santa Caterina dei padri Domenicani di<br />

Pisa, dove nel tignere, nell’invenzione e nell’unione superò il maestro. Vasari, parte I, a 105 e 187, nella<br />

Vita di Andrea Orgagna. Il Baldinucci, nella Vita del suddetto Andrea Orgagna ovvero Orcagna, non<br />

fa veruna menzione di questo Francesco Traini.<br />

Francesco Trevisani, originario di capo d’Istria, nato in Trevigi l’anno 1656. Si portò a Venezia nella<br />

scuola di Antonio Zanchi, e dopo molto studio sopra le maniere [p. 931 – <strong>II</strong> – C_219R] veneziane,<br />

andò in Roma, dove al giorno d’oggi dimora, e con spirito e forza, in piccolo e in grande fa bella<br />

mostra di sue erudite e ben colorite pitture. Nella basilica Lateranense ha dipinto il profeta Baruch,

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