volume II - Grand Tour
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Cammillo Mariani, nato in Venezia nel 1565, conforme scrive il Baldinucci, non già in Vicenza come<br />
scrive il padre maestro Orlandi, di padre senese. Più dalla natura che dall’arte fatto pittore, scultore e<br />
architetto, andò a Roma dove trovò da esercitare il nobile suo talento in Vaticano, in Laterano ed in<br />
altre basiliche aggiungendo alle altre sue abilità quelle ancora di essere un bravo gettatore, arrivò agli<br />
anni 46, né potendo scampare alle mani della morte l’anno 1611, fu sepolto in Santa Susanna con<br />
rammarico di tanti caritatevolmente beneficati. Baglioni, a 114, il quale dice che egli nacque in Vicenza<br />
di professione pittore. L’Ugurgieri, parte <strong>II</strong>, titolo 33, a 367. Gaspero Celio, dice ancor esso che era<br />
vicentino e scolare di Tommaso Laureti, a 26. Il Pinarolo, nel tomo <strong>II</strong>, a 195, vuole ch’ei sia di Vicenza,<br />
e a 116. Baldinucci, decennale <strong>II</strong>, della parte <strong>II</strong>I, del secolo IV, a 245.<br />
Cammillo Marpegani ovvero Marpegano o Malpegano o pure Marpegnano, veneziano scolare<br />
dell’Aliense, copiò con franchezza le opere del Tintoretto, fece molti disegni di propria invenzione<br />
introducendovi trionfi e capricci, toccati con facilità e con grande studio. Sessagenario morì l’anno<br />
1640. Lasciò a Carlo e non Gaspero, come scrive il padre maestro Orlandi, suo figliuolo virtuoso<br />
pittore, infiniti disegni. Ridolfi, parte <strong>II</strong>, a 226. Baldinucci, decennale I, della parte <strong>II</strong>I, del secolo IV, a<br />
206, nel fine della Vita dell’Aliense. Sono sue opere in Venezia nella chiesa di San Basilio, detto San<br />
Baseio, notate nel libro intitolato Il forestiero illuminato ecc. impresso in Venezia nel 1740, a 242.<br />
Cammillo Mazza, nato in Bologna l’anno 1602, esercitossi gran tempo nella professione<br />
dell’indoratore, poi in Roma sotto l’Algardi imparò la scultura. In Venezia, in Padova e in Bologna<br />
scultore, plastico [p. 522 – <strong>II</strong> – C_002V] e statuario comparve. D’anni 70 morì in patria e fu sepolto in<br />
San Tommaso dal Mercato. Lasciò Giuseppe il figliuolo scultore e plastico eccellente, come si dirà.<br />
Fioriva nel 1644. Masini, a 617. Giampiero Zannotti nella sua Istoria dell’Accademia Clementina, libro <strong>II</strong>I,<br />
a 4, nella Vita di Giuseppe Mazza.<br />
Cammillo Procaccino, bolognese, fratello di Giulio Cesare e di Carlo Antonio, scostossi dalla maniera<br />
di Ercole suo padre e maestro col dare in una maniera più grande e capricciosa. Lavorò a competenza<br />
dei Caracci in Bologna, di dove partito con gli altri fratelli per non avere in Anibale uno che di tanto lo<br />
superasse, se ne andò a Milano l’anno 1609 ed ivi piantò quella nobilissima scuola procaccinesca, dalla<br />
quale escirono tanti gloriosi pittori. Ivi amato dalla nobiltà fermossi qualche tempo poi dal signor conte<br />
Pirro Visconti suo parzialissimo protettore, fu condotto a Roma, d’indi in Milano. Con stile più che<br />
mai purgato, ben tinto e dintornato abbracciò gli impegni dei pubblici e dei privati lavori, i quali con<br />
prontezza terminò. Fu uomo gentile, galante, liberale trattossi alla grande, con carrozza e servidori.<br />
Visse 80 anni e gloriosamente morì nel 1626. Malvasia, parte <strong>II</strong>, a 275 e 84, dove registra le di lui<br />
stampe, le quali sono notate collo stesso ordine e colle stesse parole in piè di questa vita. Pinarolo,<br />
tomo <strong>II</strong>, a 142. Torre, a 29, 34, 40, 43, 76, 94, 103, 123, 127, 128, 129, 135, 136, 181, 190, 200, 212,<br />
221, 225, 229, 241, 249, 250, 254, 265, 277, 281, 283, 288, 291, 298, 304, 305, 308, 311, 316, 337, 373,<br />
383 e 393. Baldinucci, decennale I, della parte <strong>II</strong>I, del secolo IV, a 102. Masini, a 53, 116, 131, 171, 208<br />
e 523. Florent Le Comte nell’Idea di una bella biblioteca di stampe, libro I, a 179 e 249, dove dà notizia di<br />
una stampa di una Vergine sedente, cavata da un quadro di questo artefice e intagliata da Domenico<br />
Clasens. Sono sue opere in Venezia nella chiesa dei padri Teatini, detti Tolentini, come si vede notato<br />
nel libro intitolato Il forestiero illuminato ecc., impresso in Venezia nel 1740, a 228. Odoardo Wright nel<br />
suo libro in idioma inglese intitolato Alcune osservazioni fatte nel viaggiare per la Francia e per l’Italia negli anni<br />
1720, 1721 e 1722, in due volumi, nel <strong>volume</strong> I, a 25, parla di questo artefice registrando un suo quadro<br />
rappresentante l’Ultima cena di Nostro Signore che è in Genova nella Santissima Nunziata.<br />
[p. 521.1 – <strong>II</strong> – C_003R] Stampe intagliate da Cammillo Procaccini<br />
Cammillo Procaccini non solo bravo pittore ma lo fu ancora nell’intagliare all’acquaforte, del quale<br />
perciò vedesi la gran carta, once 18 e once 12 incirca per diritto di quella bellissima Trasfigurazione che<br />
fece in Milano nella chiesa di San Fedele.