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volume II - Grand Tour

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dichiarato suo primo architetto con 7 mila fiorini di annuo stipendio. Per teatri, scene, per palazzi e<br />

gabinetti, gareggio col fratello Ferdinando. Egli vive in Bologna nel 1740, godendo tranquillamente i<br />

frutti delle sue virtuose fatiche. È uno dei 40 accademici fondatori della Accademia Clementina, dove,<br />

quando a lui tocca, insegna amorosamente geometria, architettura, prospettiva, meccanica e<br />

agrimensura. Chi desidera più precise notizie di questo grand’uomo e delle sue opere, legga la di lui<br />

Vita, scritta diffusamente da Giampiero Zannotti, nel libro <strong>II</strong>I, a 265, della sua opera dell’Istoria<br />

dell’Accademia Clementina, dove vedrà ancora il suo ritratto. Morì in età di 80 anni la notte del 20 gennaio<br />

1739 e fu sepolto nella tomba dei suoi maggiori. Lo stesso Zannotti aggiunse questa particolar notizia<br />

nel libro IV, a 355.<br />

Francesco Pellegrini, nobile bolognese. Ha studiato molto di pittura e alcuni quadri ha dipinto con non<br />

poca eleganza, avendo avuto per maestro Giovanni Batista Grati. Giampietro Zannotti così scrive di<br />

questo cavaliere nel libro IV, a 322, nella sua Istoria dell’Accademia Clementina, nella quale si trova<br />

registrato il suo nome come uno dei accademici di onore.<br />

[p. 1042 – <strong>II</strong> – C_275V] Fra’ Vittore Ghislandi pittore bergamasco, dei padri Minimi di San Francesco<br />

di Paola e accademico di onore dell’Accademia Clementina di Bologna. Ha dipinto ritratti bellissimi,<br />

con colorito di forza e con molta franchezza. Ne fa menzione Giampiero Zannotti nella sua Storia della<br />

suddetta Accademia, libro IV, a 325.<br />

Francesco L’Ange pittore savoiardo e accademico d’onore nell’Accademia Clementina di Bologna.<br />

Giampiero Zannotti, nella sua istoria della detta Accademia, libro IV, a 331, dice queste precise parole:<br />

“Egli ora (cioè nel 1739) è vestito dell’abito di S. Filippo Neri, in questa congregazione di Bologna.<br />

Non si può de’ suoi costumi e della sua pietà dir quanto basta. Dipinge ancora molto bene ed imita la<br />

natura con minuto finimento e con diligenza più che italiana”.<br />

Ferdinando Sant’Urbano lorenese. Questi è stato uno dei più eccellenti coniatori che mai abbia veduto<br />

alcuna età, e basta vedere le sue medaglie per restar convinto e maravigliato. Non è però che egli non<br />

abbia fatto qualche opera di scultura. Nel battistero di Bologna, è di sua mano l’angelo che sostiene il<br />

vaso dell’acqua, come pure il S. Giovanni Batista di bronzo, che sta sulla cima di esso vaso. Fu posto<br />

nel catalogo degli accademici d’onore dell’Accademia Clementina, come scrive Giampiero Zannotti<br />

nella sua storia di detta Accademia, libro IV, a 332.<br />

Francesco Bassi, fu scolare in Bologna del Pasinelli. Nel 1689 andò a Firenze con Ercole Graziani, il<br />

quale dipinse l’architettura nella facciata di quel duomo, le tre istorie a chiaro scuro, che a cagione<br />

dell’aria, delle piogge e del tempo, poco presentemente si godono. Morì in Milano d’anni 29. Ne fa<br />

menzione Giampiero Zannotti nella sua Istoria dell’Accademia Clementina, nella Vita del suddetto<br />

Graziani, libro <strong>II</strong>, a 263, e libro IV, a 354.<br />

Ferdinando Cairo, studiò in Bologna nella scuola di Marc’Antonio Franceschini. Chiamato a Brescia,<br />

dipinse la volta della chiesa di Sant’Antonio di [p. 1043 – <strong>II</strong> – C_276R] quella città, in compagnia di<br />

Giacinto Garofalini. Tanto scrive Giampietro Zannotti nella sua Istoria dell’Accademia Clementina, libro<br />

<strong>II</strong>, a 344, nel fine della Vita di Giacinto Garofalini.<br />

Filiberto de l’Orme architetto franzese. Viveva in Parigi al tempo della regina Caterina de’ Medici, la<br />

quale fece fabbricare le Tuglierie col disegno di questo artefice. Filibien, libro I, a 9, e libro <strong>II</strong>, a 45.<br />

Florent Le Comte, libro I, edizione <strong>II</strong>, a 184 e 194, registra le opere di questo artefice, intagliate da<br />

Marot padre e figlio.<br />

Francesco Pellegrini pittore italiano, andò in Francia al tempo del re Francesco I, e dipinse a<br />

Fontanablo, insieme con molti altri pittori, sotto il Rosso e l’abate Primaticcio. Filibien, libro <strong>II</strong>I, a 92.

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