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Allen, Tecniche proibite di persuasione

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Schema 1: Intenzione positiva

Questo schema consiste nell’esplorare una “intenzione positiva” nascosta dietro il

comportamento di una persona. È particolarmente utile quando ti confronti con obiezioni o persone

che resistono alla tua idea. Ad esempio, un adolescente può sentirsi attaccato se i suoi genitori

criticano costantemente le sue idee, ma questa sensazione può scomparire quando gli si dimostra

che c’è un’intenzione positiva dietro il comportamento dei suoi genitori. Ovvero, la tua funzione

sarà individuare ciò che manca ad un’idea o ad un piano per trasmettere una prospettiva favorevole

e in questo modo evitare i problemi.

Questo schema sarà particolarmente utile quando dovrai avere a che fare con persone

critiche. I “critici” sono considerati frequentemente come le persone più difficili con cui trattare

durante un’interazione, e questo è dovuto alla loro apparente negatività e alla loro tendenza a

trovare problemi nelle idee e nei suggerimenti degli altri. Gli piace agire da una “struttura

problema”, o “una struttura fallimento”, a differenza dei sognatori, che agiscono da una “struttura

positiva”, mentre invece i realisti lo fanno da una “struttura obiettiva” o una di

“retro-alimentazione”.

Uno dei problemi principali con le critiche è che di solito vengono espresse come giudizi

generalizzati assoluti, ad esempio, “questa idea non funzionerà mai” oppure “non è un piano

realistico”, ecc. Il problema con questo tipo di generalizzazioni verbali è che, data la forma in cui

sono espresse, non lasciano molte opzioni oltre essere totalmente d’accordo o totalmente in

disaccordo con esse. In questo modo, la critica conduce ad una polarizzazione e alla fine al

conflitto, se non ci si mostra d’accordo essa.

I problemi più difficili si presentano quando la critica non si limita a colpire l’idea o il piano,

ma giudica anche la persona. Nonostante tutto, è importante non perdere di vista il fatto che il

comportamento critico, come qualunque altro tipo di comportamento, è motivato dalla sua

intenzione positiva corrispondente. Di conseguenza, fai uno sforzo e trova l’intenzione positiva

dietro la critica per iniziare a lavorare da lì.

Un altro dei problemi con le critiche è che solitamente sono espresse in termini di negazioni

verbali, ad esempio, “evitare lo stress” invece di “sentirsi più rilassato”, ovvero, molte critiche

vengono inserite in un contesto di termini che esprimono ciò che non si vuole invece di ciò che si

vuole. Quindi, una capacità fondamentale per trattare le critiche e trasformare i problemi in

qualcosa di oggettivo è la capacità di riconoscere l’intenzione positiva della critica ed esprimerla in

termini di affermazione positiva.

A quel punto, una volta che l’intenzione positiva è stata individuata ed è stata espressa in

termini positivi, la stessa critica può essere trasformata in una domanda. Trasformando una critica

in una domanda, le opzioni di risposta sono completamente diverse rispetto a quando era stata

esposta in forma di giudizio o generalizzazione. Ad esempio:

Invece di dire “È troppo caro” potresti dire “Come potrei fare per permettermelo?”.

Invece di dire “Non funzionerà mai” potresti dire “Come potrei mettere in pratica questa

idea?”.

Invece di dire “Richiede uno sforzo eccessivo”, potresti dire “Come potrei renderlo più

facile e semplice?”.

Trasformando la critica in domanda, facciamo in modo di mantenere il proposito della

critica, ma il suo risultato è molto più produttivo. È importante notare che si tratta principalmente di

domande relazionate al “come”. Le domande associate al “perché” normalmente presuppongono

altri giudizi che possono derivare allo stesso modo da un disaccordo.

Per riassumere, per affrontare una critica e convertirla, almeno, in una critica costruttiva,

dobbiamo:

1. Scoprire il proposito positivo nascosto dietro la critica.

2. Assicurarci che l’intenzione positiva sia espressa e venga inquadrata positivamente.

3. Convertire la critica in una domanda, preferibilmente utilizzando il “come”.

Ora vediamo lo schema seguente.

Pag. 35 a 115

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