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Allen, Tecniche proibite di persuasione

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che “non si deve dare assistenza medica”. La differenza nella risposta si può attribuire alla

differenza nei presupposti. “Negare” implica che sono in gioco i diritti personali o sociali e che

qualcuno o qualcosa sta per perdere quel diritto. Ci fa pensare ad una porta sbattuta in faccia a

qualcuno. D’altra parte, se mi astengo dal “darti” qualcosa, non sto necessariamente pregiudicando i

tuoi diritti. Di conseguenza, il contesto determina la reazione di chi ascolta.

Un altro fattore che produce errori nella comunicazione è il fatto di supporre che tutti

abbiamo una stessa definizione per una stessa parola. Ad oggi, le persone tendono ad usare “credo”

e “sento” in modo intercambiabile. Per alcuni si tratta solo una questione linguistica, ma che ne è

della psicologia dietro tutto questo? C’è qualche differenza se quello che dici è messo in termini di

“pensare” o “credere”?

Superficialmente, la differenza sembra molto lieve. Le frasi “Penso che la ripresa economica

sia dietro l’angolo” e “Credo che la ripresa economica sia dietro l’angolo” inviano lo stesso

messaggio. Tuttavia, un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Personality and Social Psychology

Bulletin” ha scoperto che questa piccola differenza può influenzare il potere di un messaggio

persuasivo (Mayer e Tormala, 2010).

Nicole Mayer e Zakary Tormala hanno valutato per prima cosa le tendenze naturali di 65

partecipanti per quello che riguarda il pensiero, ovvero cognitivamente e affettivamente. Le persone

tendono a descrivere il mondo facendo riferimento alle sensazioni (ad esempio, sgradevole o

gradevole, spaventoso o confortante) o in termini di pensiero (ad esempio, inutile o utile, nocivo o

benefico), quindi i partecipanti sono stati raggruppati in questo modo, per poi dar loro un messaggio

persuasivo da leggere riguardo la donazione di sangue. Questo messaggio conteneva esattamente gli

stessi argomenti, eccetto che per un gruppo è stata utilizzata la parola “pensare” e per l’altro

“credere”. Dopo, ad ogni persona, è stato chiesto che probabilità ci fossero che donasse il sangue in

futuro.

Le persone che pensavano al mondo in termini cognitivi sono state più propense a donare

sangue quando il messaggio era inquadrato in termini di “pensare”. Al contrario, il gruppo che

utilizzava parole emozionali è stato più propenso quando veniva utilizzato il termine “credere”.

Questo suggerisce che, se desideri persuadere qualcuno, allora è utile sapere se si tratta di una

persona focalizzata sui pensieri o sulle sensazioni e dirigere il tuo messaggio di conseguenza. Se

ancora non conosci la sua modalità, il modo più facile per scoprirlo è ascoltare come descrivono il

mondo che li circonda, e determinare se lo fanno in modo cognitivo o affettivo. Puoi tornare a dare

un’occhiata alla prima parte del libro riguardo ai concetti base della PNL per ricordare come farlo.

Quindi, non si tratta tanto del contenuto, quanto piuttosto dell’apparenza del messaggio. Se

ti sembra di fare maggiore riferimento alle emozioni o ai pensieri, allora le persone che pensano in

quei termini saranno più propense ad essere persuase.

Indipendentemente dai motivi d’origine, tendiamo a vedere le emozioni come il primo punto

del pensiero, soprattutto in ambito di persuasione. Crediamo che utilizzare un argomento

emozionale, o essere influenzati da uno di essi, in qualche modo denoti una minore intelligenza.

Tuttavia, gli atteggiamenti verso un argomento emozionale stanno prendendo sempre più piede

mano a mano che gli psicologi scoprono il ruolo vitale delle emozioni nei nostri pensieri. Di

conseguenza, invece di vedere le emozioni come opposti della razionalità, andrebbero viste come

componenti vitali della ragione e come una parte vitale del tuo arsenale di persuasione. Al contrario

di quanto si è creduto in secoli di pregiudizi, un pensiero emozionale non è necessariamente

irrazionale e, andando avanti con il libro, apprenderai tecniche specifiche per generare ed utilizzare

le emozioni delle persone per influenzarle e persuaderle.

Vediamo adesso la seguente regola della comunicazione di successo: equilibrare gli

argomenti.

Pag. 53 a 115

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