Buono Giuseppe, 2007, Phd Thesis (tesi dottorato) - Paleonews
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ouchardi da vari autori, e più in generale sembra essere stato più volte ricoperto da<br />
differenti taxa di Brachiopodi.<br />
• In questa situazione la necessità di adattamento ad ambienti e condizioni paleoecologiche<br />
diversi, unito alla mancanza di taxa competitori e alle condizioni ambientali difficili,<br />
dovrebbe aver favorito l’ampia differenziazione morfologica intraspecifica (con le varietà<br />
della S. bouchardi) e non (con lo sviluppo delle altre specie: S. flamandi e S. babtirensis).<br />
• Dopo il “boom” della S.bouchardi nel Toarciano inferiore – medio (Tenuicostatum alto –<br />
Bifrons basso ?) il genere prosegue la sua evoluzione con altre specie (cioè S.tamazirta, S.<br />
renzi e S. clesiana) fino al Toarciano superiore - Aaleniano ?). Il fatto che S. renzi si<br />
sviluppa nel mediterraneo occidentale (Dominio Celto-Iberico) mentre S. clesiana in quello<br />
centrale (Dominio Mediterraneo) potrebbe indicare la presenza di due linee filetiche che si<br />
sarebbero evolute indipendentemente già nel Toarciano inferiore. Di queste, la prima vide<br />
lo sviluppo di S.tamazirta (Toarciano medio), e S.renzi (Toarciano superiore) laddove il<br />
genere aveva raggiunto la sua massima diversificazione (cioè nell’area Tetidea più<br />
occidentale: Marocco e Portogallo); mentre la seconda sarebbe partita dagli esemplari di<br />
S.bouchardi dell’Appennino abruzzese (e presumibilmente Simburini, Bulgheria e<br />
Triveneto) e poi verso nord con la S.clesiana (Triveneto, Montenegro e Sardegna). é<br />
possibile poi che quest’ultima si sia spinta più ad est nel Caucaso dove avrebbe dato luogo<br />
alle popolazioni di Almorhynchia .<br />
In conclusione:<br />
• La Soaresirhynchia può essere considerato un genere “Mediterraneo” probabilmente<br />
derivato dal genere Apringia nel Pliensbachiano inferiore (con le specie segnalate nel<br />
Montenegro: S. globata e S. semicostata) e come quest’ultimo potrebbe costituire un taxon<br />
“thalassobatiale” (vedi Voros 2005).<br />
• Dopo un intervallo durante il quale popolazioni residue potrebbero essersi rifugiate in<br />
seamount isolati (taxa thalassobatiale) il genere ricompare nel Toarciano inferiore (Zona a<br />
Serpentinus) con la specie S. bouchardi.<br />
• La S. bouchardi si diffonde pressoché contemporaneamente nella Tetide occidentale, nelle<br />
piattaforme dell’Europa centrale e nel “microcontinente Mediterraneo” partendo da<br />
quest’ultimo e raggiungendo le altre aree seguendo le correnti oceaniche superficiali (cf.<br />
Bjerrum et al 2001, Rohl et al 2002) (vedi fig. 6), con popolazioni spesso quasi<br />
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