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Buono Giuseppe, 2007, Phd Thesis (tesi dottorato) - Paleonews

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A questo punto il fascio di elettroni diventa sottilissimo ( viene detto “pennello di elettroni“) e passa<br />

attraverso una lente forata che ne concentra ulteriormente il raggio verso il portaoggetti dove è<br />

contenuto il campione da analizzare precedentemente “metallizzato“ .<br />

Quando il campione viene colpito dal pennello di elettroni si ha un emissione di elettroni secondari ,<br />

di elettroni retroriflessi e di raggi X .<br />

Gli elettroni secondari vengono analizzati dal rilevatore silicio-litio che trasforma il flusso di<br />

elettroni in segnale luminoso che diretto verso il tubo a raggi catodici (schermo) ci da l’immagine<br />

ingrandita dell’oggetto.<br />

Il rilevatore di elettroni retroriflessi viene utilizzato per indagini di maggiore dettaglio, mentre il<br />

rilevatore di raggi X individua i numeri atomici degli atomi del campione permettendoci di farne<br />

un’analisi chimica (di fondamentale importanza per il riconoscimento di minerali) .<br />

- Mineralizzazzione :<br />

Il processo di mineralizzazione a cui vengono sottoposti i campioni da analizzare che non sono<br />

metallici è un operazione fondamentale perché permette di trasformare un qualsiasi materiale in<br />

conduttore, permettendone l’opposizione al “pennello di elettroni“ e quindi la rilevabilità alle<br />

strumentazioni di cui è dotato il microscopio .<br />

Tale processo viene effettuato in una campana di vetro in cui viene inserito un piccolo crogiuolo<br />

formato da un filamento di tungsteno avvolto a formare un piccolo imbuto all’ interno del quale<br />

viene posto un piccolo pezzetto di oro o di una lega oro-argento .<br />

Sempre all’interno della campana è posto anche il campione da analizzare dotato di un supporto<br />

compatibile col portaoggetti del microscopio .<br />

La prima cosa da fare consiste nell’aspirare l’aria all’interno della campana tramite un’apposita<br />

pompa rotativa collegata, poi si fa passare corrente all’interno del filo di tungsteno per riscaldare il<br />

pezzetto d’oro che per la mancanza d’aria sublima direttamente permettendo così un ricoprimento<br />

totale e uniforme necessario per una perfetta visione del campione al microscopio .<br />

L’utilizzo dell’oro come minerale mineralizzatore è da ricercarsi nelle sue propietà fisiche (duttilità,<br />

punto di fusione ecc.) che lo rendono ideale per questo utilizzo .<br />

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