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ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pag<strong>in</strong>a 127<br />
care con la vita. È facile volare a mille piedi: prova a<br />
scendere se sei capace! Prova a <strong>in</strong>filarti fra le montagne<br />
e dist<strong>in</strong>guere una lepre da un coniglio! E allora giù, giù e<br />
ancora più giù, f<strong>in</strong>o a 800, 600, 400, 360 piedi: 360 piedi<br />
sono 110 metri, quelli che dividevano la cab<strong>in</strong>a della funivia<br />
da terra.<br />
Alle 15.12 i quattro americani avevano <strong>in</strong>crociato il dest<strong>in</strong>o<br />
di venti persone tranciando due cavi della funivia e la<br />
loro vita. «Cos’è stato Ho sentito uno scossone». Alle<br />
15.26 il “predatore” aveva fatto ritorno alla base di Aviano.<br />
Il presidente Bill Cl<strong>in</strong>ton si era scusato subito per l’<strong>in</strong>cidente,<br />
promettendo di risarcire le famiglie delle vittime,<br />
tra cui tre italiani. Ma la tensione era salita, montata, f<strong>in</strong>o<br />
a produrre manifestazioni <strong>in</strong> cui erano comparsi slogan<br />
quali “NATO per uccidere” perché anche la strage del Cermis<br />
stava assumendo contorni <strong>in</strong>quietanti, conosciuti, di<br />
impunità. Perché anche questa volta c’erano depistaggi e<br />
misteri. Eppure i responsabili erano certi, si conoscevano,<br />
le loro facce erano su tutti i giornali. Allora perché parlare<br />
di un’altra strage impunita Perché i misteri<br />
Perché – proprio nel giorno <strong>in</strong> cui la Cassazione assolveva<br />
def<strong>in</strong>itivamente Bruno Viviani, Roberto Cors<strong>in</strong>i ed Eugenio<br />
Brega dell’aeronautica militare italiana per il disastro<br />
dell’Istituto Salvem<strong>in</strong>i di Casalecchio di Reno (Bologna),<br />
dove il 6 dicembre 1990 erano stati uccisi dodici<br />
studenti e un’altra novant<strong>in</strong>a di persone era rimasta ferita<br />
a causa di un aereo schiantatosi sulla scuola – c’erano<br />
dieci m<strong>in</strong>uti di silenzio radio proprio a ridosso della tragedia,<br />
esattamente dalle 15.05 alle 15.15, quando il pilota<br />
aveva lanciato l’emergenza. Perché era sparito un<br />
“mission recorder”. Perché una cassetta video era andata<br />
distrutta. Perché c’era una carta di volo contestata.<br />
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