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ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pag<strong>in</strong>a 68<br />
ARMI IN PUGNO<br />
ta Cont<strong>in</strong>ua, sulla base delle presunte confidenze fatte<br />
dal brigatista pentito Marco Pisetta 34 al colonnello Michele<br />
Santoro, comandante della stazione dei carab<strong>in</strong>ieri<br />
di Trento. Tuttavia, sia i magistrati presenti all’<strong>in</strong>contro<br />
con Santoro, sia lo stesso Pisetta smentirono sempre tutto.<br />
E allora E allora era successo che il generale Giovanni<br />
Battista Palumbo, comandante della Pastrengo di Milano,<br />
aveva mandato <strong>in</strong> maniera del tutto irregolare – vale<br />
a dire fuori protocollo, tramite corriere e senza seguire<br />
le vie gerarchiche – una “vel<strong>in</strong>a” con il riferimento a<br />
Lotta Cont<strong>in</strong>ua. Dest<strong>in</strong>atario: il colonnello D<strong>in</strong>o M<strong>in</strong>garelli,<br />
comandante della Legione Ud<strong>in</strong>e, che aveva avocato<br />
a sé la responsabilità delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i.<br />
«Quella fu l’orig<strong>in</strong>e della cosiddetta pista rossa. Io sapevo<br />
che quelle notizie arrivavano da Trento e che la fonte<br />
confidenziale era Marco Pisetta», dichiarò M<strong>in</strong>garelli davanti<br />
alla commissione stragi. Del resto, <strong>in</strong> quel momento<br />
Lotta Cont<strong>in</strong>ua era nell’occhio del ciclone: solo due<br />
settimane prima, <strong>in</strong>fatti, il commissario Luigi Calabresi,<br />
accusato da LC di essere il responsabile della morte dell’anarchico<br />
P<strong>in</strong>o P<strong>in</strong>elli, era stato ucciso davanti alla sua<br />
abitazione. E gli occhi erano tutti puntati sulla formazione<br />
di Adriano Sofri.<br />
Dimostratasi <strong>in</strong>verosimile la “pista rossa”, se ne seguì<br />
una nuova, questa volta di colore giallo. Laddove il giallo<br />
identificava la piccola crim<strong>in</strong>alità locale. Tuttavia anche<br />
questa si dimostrò non solo <strong>in</strong>consistente, ma addirittura<br />
risibile e basata esclusivamente sulle affermazioni di<br />
34. Arrestato nel 1970 per una serie di attentati compiuti a Trento, Marco Pisetta era stato condannato<br />
a tre anni, ma poco dopo era uscito di galera. Entrato nelle Brigate Rosse, fu arrestato con altri<br />
brigatisti il 2 maggio 1972 nel covo milanese di via Boiardo, ma fu subito rilasciato, consegnando il 29<br />
settembre successivo un dettagliato memoriale seguito da un secondo poco dopo, grazie ai quali furono<br />
scoperte diverse basi e arrestati diversi brigatisti.<br />
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