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ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pag<strong>in</strong>a 59<br />

I NERI<br />

LA PISTA VENETA DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA<br />

Il 15 aprile 1969, cioè otto mesi prima della strage di<br />

piazza Fontana, era esplosa una bomba collocata nel rettorato<br />

di Padova, occupato dal professor Enrico Opocher.<br />

Responsabili, appartenenti alle classi più elevate di<br />

una borghesia che strizzava l’occhio al neofascismo. Da<br />

Padova, a Treviso, dove Guido Lorenzon era il segretario<br />

di una sezione della Democrazia cristiana. La sera del 15<br />

dicembre 1969 – cioè tre giorni dopo l’esplosione della<br />

bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano e<br />

mentre l’anarchico P<strong>in</strong>o P<strong>in</strong>elli volava dal quarto piano<br />

della Questura milanese – Lorenzon si trovava nello studio<br />

dell’avvocato Alberto Steccanella, cui confidava,<br />

chiedendo consiglio, di essere a conoscenza di fatti <strong>in</strong>quietanti<br />

riguardanti le bombe del 12 dicembre 28 . Fatti<br />

che riguardavano Giovanni Ventura, un piccolo editore di<br />

Treviso che lui conosceva da anni.<br />

Ventura non solo gli aveva dato <strong>in</strong>formazioni precise e<br />

dettagliate su quelle bombe, ma alcune settimane prima<br />

gli aveva descritto gli attentati ai treni compiuti nel Nord<br />

Italia nella notte tra l’8 e il 9 agosto, rivendicando l’appartenenza<br />

a un’organizzazione clandest<strong>in</strong>a e mettendolo al<br />

28. Oltre alla bomba esplosa alle 16.37 nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana (17<br />

morti e 88 feriti), a Milano era stato r<strong>in</strong>venuto un ulteriore ordigno nella Banca Commerciale Italiana di<br />

piazza della Scala. Alle 16.55 scoppiò un’altra bomba, questa volta a Roma, nel passaggio sotterraneo<br />

che collegava l’entrata di via Veneto con quella di via San Basilio della Banca Nazionale del Lavoro,<br />

provocando il ferimento di tredici persone. Fra le 17.20 e le 17.30, nella capitale esplosero altre due<br />

bombe: una davanti all’Altare della Patria e la seconda all’<strong>in</strong>gresso del Museo del Risorgimento, ferendo<br />

quattro persone.<br />

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