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ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pag<strong>in</strong>a 82<br />

ARMI IN PUGNO<br />

aggiunto un altro personaggio: Roberto Cavallaro, le cui<br />

dichiarazioni furono fondamentali nelle successive tappe<br />

dell’<strong>in</strong>chiesta di Tambur<strong>in</strong>o.<br />

Il panorama di una nuova Italia<br />

Il giudice padovano aveva <strong>in</strong>iziato il suo lavoro partendo<br />

dalle tante carte di Casucci, fra le quali alcuni appunti riguardanti<br />

f<strong>in</strong>anziamenti al gruppo, proclami da <strong>in</strong>viare<br />

alle caserme sul “pericolo rosso” e perf<strong>in</strong>o un progetto<br />

<strong>in</strong>surrezionale. Il colpo grosso, però, Tambur<strong>in</strong>o lo aveva<br />

fatto quando aveva messo le mani su una borsa nascosta<br />

da Casucci <strong>in</strong> una canonica. Più che una borsa, una m<strong>in</strong>iera<br />

di <strong>in</strong>formazioni che consentivano di mappare altre<br />

organizzazioni di estrema destra, fra le quali una <strong>in</strong> particolare,<br />

la Rosa dei Venti, dest<strong>in</strong>ata a dare il nome alla<br />

stessa <strong>in</strong>chiesta di Tambur<strong>in</strong>o.<br />

Senza saperlo, il giudice aveva scoperchiato una delle<br />

pentole dell’eversione della prima metà degli anni Settanta<br />

<strong>in</strong> cui bollivano, oltre ai richiami nostalgici, i progetti<br />

per un futuro “nero”. Progetti che co<strong>in</strong>volgevano<br />

anche alcune caserme, come quella di Verona che ospitava<br />

il reparto di artiglieria di stanza <strong>in</strong> Veneto, dove l’ufficiale<br />

responsabile dell’Ufficio I (Informazioni) era il colonnello<br />

Amos Spiazzi. Il suo reparto era l’unico che non<br />

aveva mai riconsegnato un codice segreto militare ormai<br />

<strong>in</strong> disuso (Farilc 59), né comunicato il verbale della sua<br />

distruzione, come volevano le disposizioni dello Stato<br />

Maggiore dell’Esercito. Tambur<strong>in</strong>o aveva qu<strong>in</strong>di disposto<br />

la perquisizione dell’abitazione del colonnello Spiazzi,<br />

dove, fra cimeli fascisti e nazisti, erano saltate fuori anche<br />

diverse armi. Non basta: grazie a Spiazzi, Roberto<br />

Cavallaro – che con l’avallo del colonnello si era spaccia-<br />

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