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ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pag<strong>in</strong>a 88<br />
ARMI IN PUGNO<br />
flitto a fuoco coi carab<strong>in</strong>ieri a Pian del Rasc<strong>in</strong>o. Al momento<br />
dell’autopsia, quando bisognava ufficializzare il riconoscimento<br />
con l’identikit, ci si era accorti che Esposti,<br />
da due mesi, si era fatto crescere la barba e qu<strong>in</strong>di<br />
non poteva assomigliare a quell’identikit. Una constatazione<br />
<strong>in</strong>quietante: significava cioè che per la strage di<br />
Brescia era stato tutto predisposto, colpevole compreso.<br />
Ma che c’entrava tutto ciò con l’Italicus C’entrava con la<br />
strategia delle bombe, la strategia del terrore. Proprio<br />
Esposti e il suo gruppo, prima si essere <strong>in</strong>tercettati dai<br />
carab<strong>in</strong>ieri, si trovavano <strong>in</strong> Abruzzo <strong>in</strong> attesa di un’azione<br />
clamorosa da <strong>in</strong>terpretare come segnale preciso per<br />
l’entrata <strong>in</strong> scena <strong>in</strong>sieme con altre formazioni, fra le quali<br />
Ord<strong>in</strong>e Nero. La prospettiva era quella di un golpe da<br />
preparare attraverso “una serie di attentati di gravità<br />
crescente”, di stragi <strong>in</strong>discrim<strong>in</strong>ate <strong>in</strong> città diverse. La<br />
bomba dell’Italicus – come quella di Brescia – obbediva<br />
qu<strong>in</strong>di a questa “logica” stragista. Una “logica” che esigeva<br />
morti, tanti morti per mandare il Paese allo sbando.<br />
Morti ammazzati. Ammazzati con bombe che non guardano<br />
<strong>in</strong> faccia nessuno e proprio per questo sem<strong>in</strong>ano<br />
paura, terrore. Come di terrore erano le parole dei testimoni<br />
di questo nuovo eccidio. «Improvvisamente», aveva<br />
raccontato uno di essi, «il tunnel da cui doveva sbucare<br />
il treno si è illum<strong>in</strong>ato a giorno, la montagna ha tremato,<br />
poi è arrivato un boato assordante. Il convoglio, per forza<br />
di <strong>in</strong>erzia, è arrivato f<strong>in</strong> davanti a noi. Le fiamme erano<br />
altissime e abbaglianti. Nella vettura <strong>in</strong>cendiata c’era<br />
gente che si muoveva. Vedevamo le loro sagome e le loro<br />
espressioni terrorizzate, ma non potevamo fare niente<br />
poiché le lamiere esterne erano <strong>in</strong>candescenti. Dentro<br />
doveva già esserci una temperatura da forno crematorio.<br />
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