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ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pag<strong>in</strong>a 78<br />
ARMI IN PUGNO<br />
che avrebbe agito per vendicare la morte del compagno<br />
P<strong>in</strong>o P<strong>in</strong>elli, volato dal quarto piano della Questura di Milano<br />
– era stata smontata dal giudice istruttore milanese<br />
Antonio Lombardi, per il quale Bertoli era tutt’altro che<br />
anarchico e tutt’altro che solo.<br />
Da sempre amico dei neofascisti, f<strong>in</strong> dagli anni C<strong>in</strong>quanta<br />
<strong>in</strong><strong>formato</strong>re del servizio segreto militare, uomo della<br />
struttura segreta di Gladio, nel 1971 Bertoli si era rifugiato<br />
<strong>in</strong> un kibbutz israeliano, poi era tornato <strong>in</strong> Italia e aveva<br />
scagliato la bomba. Non per vendicare P<strong>in</strong>elli, ma per<br />
colpire Rumor. La sua non era stata un’<strong>in</strong>iziativa personale,<br />
ma pilotata da quell’Ord<strong>in</strong>e Nuovo che da tempo<br />
meditava di uccidere il m<strong>in</strong>istro democristiano. Del resto,<br />
come avrebbe mai potuto Bertoli superare tre frontiere,<br />
da Israele f<strong>in</strong>o a Milano, portando con sé anche una<br />
bomba a mano Era chiaro che gli fosse stata data <strong>in</strong> Italia,<br />
era chiaro che <strong>in</strong> questa bugia era contenuta la verità<br />
su chi avesse armato la sua mano. Prima di armare<br />
quella mano, però, bisognava armare il cervello. Addestrare<br />
Bertoli, <strong>in</strong>somma, ma addestrarlo bene, perché era<br />
un elemento poco affidabile, dedito all’alcool e alla droga.<br />
L’unico, comunque, disposto a compiere l’attentato<br />
contro Rumor.<br />
L’addestramento veronese di via Stella<br />
È stato Carlo Digilio, lo “zio Otto”, a parlare dell’addestramento<br />
di Bertoli <strong>in</strong> un appartamento di via Stella, a Verona,<br />
con il triest<strong>in</strong>o Francesco Neami come <strong>in</strong>segnante.<br />
«Mi ricordo che Neami stava facendo con Bertoli una<br />
specie di lavaggio del cervello su cosa avrebbe dovuto dire<br />
se fosse stato arrestato», dichiarò Digilio. «Se ciò fosse<br />
avvenuto avrebbe dovuto dire che era un anarchico,<br />
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