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ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pag<strong>in</strong>a 47<br />
re cui fu ripetutamente sottoposto, scelse di non collaborare<br />
con la giustizia e fu condannato all’ergastolo.<br />
LA PRIMA LINEA DI ROVIGO: EVASIONE CON MORTO<br />
Mentre il generale Dozier era nella “prigione del popolo”<br />
di Padova, un’altra città veneta, Rovigo, stava per entrare<br />
a far parte di un capitolo della guerra contro lo Stato<br />
dichiarata da comunisti passati «dalle armi della dialettica<br />
alla dialettica delle armi». Era il 3 gennaio del 1982.<br />
Cioè dell’anno che avrebbe regalato all’Italia il mondiale<br />
di calcio, anzi, il “mundial”, ché questa volta era la Spagna<br />
a ospitare la tenzone quadriennale, con Pert<strong>in</strong>i – il<br />
presidente con la pipa, il presidente partigiano – a esultare<br />
come un hooligan sulla faccia dell’impassibile monarca<br />
Borbone quando l’Italia, alla terza cannonata contro<br />
la Germania, era salita sull’irraggiungibile vetta calcistica.<br />
Lo stesso anno che avrebbe visto il generale Carlo<br />
Alberto Dalla Chiesa cadere sotto i colpi della mafia, sotto<br />
i colpi della politica 24 . Purtroppo eravamo solo agli <strong>in</strong>izi,<br />
l’anno era ancora giovanissimo, era appena nato. Quel<br />
3 gennaio, un network di diciotto televisioni locali, guidato<br />
dall’editore Edilio Rusconi, si era unito per trasmettere<br />
su scala nazionale il segnale di una nuova rete televisiva:<br />
Italia 1.<br />
24. Dopo aver lasciato la Prefettura di Palermo, alle 21.15 del 3 settembre 1982 la Autobianchi A112<br />
con a bordo Carlo Alberto Dalla Chiesa e sua moglie Emanuela Setti Carraro fu affiancata <strong>in</strong> via Car<strong>in</strong>i<br />
da una BMW dalla quale furono esplose raffiche di Kalashikov che uccisero il prefetto e sua moglie.<br />
Contemporaneamente l’auto con a bordo l’autista e l’agente di scorta Domenico Russo fu colpita da due<br />
uom<strong>in</strong>i <strong>in</strong> motocicletta, che uccisero Russo. Come mandanti sono stati condannati all’ergastolo Totò<br />
Ri<strong>in</strong>a, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Nenè Geraci e Bernardo Brusca, mentre gli<br />
esecutori sono stati identificati <strong>in</strong> V<strong>in</strong>cenzo Galatolo e Anton<strong>in</strong>o Madonia, anch’essi condannati<br />
all’ergastolo. Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci sono stati condannati a 14 anni.<br />
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