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ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pag<strong>in</strong>a 31<br />

Suonò il campanello e la signora Lella andò ad aprire la porta.<br />

«Sono quattro f<strong>in</strong>anzieri», disse al marito rientrando <strong>in</strong><br />

cuc<strong>in</strong>a. «Vogliono te». P<strong>in</strong>o si era qu<strong>in</strong>di alzato e li aveva <strong>in</strong>vitati<br />

a seguirlo <strong>in</strong> salotto, ma all’improvviso lo scenario era<br />

cambiato. I sorrisi di circostanza, i modi educati e rispettosi<br />

avevano lasciato il posto alle pistole. Sì, perché quei quattro<br />

non avevano nulla a che fare con la F<strong>in</strong>anza. Quei quattro<br />

erano un commando delle Brigate Rosse. Che se ne era<br />

andato portando con sé P<strong>in</strong>o Taliercio, il direttore del Petrolchimico<br />

di Marghera, la “fabbrica di morti bianche”, come<br />

si leggeva da qualche parte, anche su qualche muro. La<br />

colonna veneta delle BR aveva identificato <strong>in</strong> lui il nemico da<br />

colpire nella campagna contro lo sfruttamento <strong>in</strong> fabbrica.<br />

Dopo la tragica conclusione del sequestro Moro, le BR<br />

avevano alzato il tiro <strong>in</strong> un crescendo di ferimenti, sequestri<br />

e uccisioni scandite con drammatica frequenza sui<br />

vari “fronti” aperti. Su quello delle carceri, con il rapimento<br />

avvenuto a Roma il 12 dicembre 1980 del giudice<br />

Giovanni D’Urso, direttore dell’Ufficio III della direzione<br />

generale degli istituti di prevenzione e pena del M<strong>in</strong>istero<br />

della Giustizia. Le Brigate Rosse avevano chiesto la<br />

chiusura immediata del carcere dell’As<strong>in</strong>ara, che contava<br />

ormai solo pochi brigatisti, dopo lo smantellamento della<br />

rivolta del 2 ottobre 1979 14 . La “campagna carceri” era<br />

14. Il 2 ottobre 1979 i brigatisti detenuti nel supercarcere sardo dell’As<strong>in</strong>ara avevano dato il via a una<br />

rivolta f<strong>in</strong>alizzata allo smantellamento della struttura distruggendo la diramazione Fornelli (la sezione<br />

speciale del complesso carcerario dell’isola dell’As<strong>in</strong>ara) all’<strong>in</strong>segna della parola d’ord<strong>in</strong>e «chiudere con<br />

ogni mezzo l’As<strong>in</strong>ara e i punti di massima deterrenza del circuito delle carceri speciali». Dopo la rivolta<br />

tutti i detenuti erano stati trasferiti <strong>in</strong> altre carceri speciali, mentre si era acceso un dibattito all’<strong>in</strong>terno<br />

del partito armato, che aveva portato alla proposta di attaccare frontalmente i Carceri Speciali, sia con<br />

rivolte da dentro le strutture, sia con attacchi esterni. Nel settembre del 1980 ci sarà la rivolta nella<br />

sezione speciale del carcere di Badu ‘e Carros (Nuoro), e nel dicembre dell’80, <strong>in</strong> concomitanza con il<br />

sequestro del magistrato D’Urso (responsabile m<strong>in</strong>isteriale dei CS) realizzato dalle Brigate Rosse, ci sarà<br />

la rivolta nel carcere di Trani.<br />

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