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ARMI IN PUGNO 22_7_10 2-09-2010 11:53 Pag<strong>in</strong>a 147<br />
to un terzo cadavere, sempre avvolto <strong>in</strong> un bozzolo di<br />
pellicola trasparente: quello di Claudia Pulejo.<br />
Stevan<strong>in</strong> era diventato “il mostro di Terrazzo” e a lui venivano<br />
attribuiti non solo quei tre omicidi, ma anche altri<br />
due: dalle foto r<strong>in</strong>venute veniva <strong>in</strong>fatti riconosciuta Roswita<br />
Adlassnig, una prostituta austriaca scomparsa da<br />
tempo, mentre <strong>in</strong> un’altra foto si vedeva una donna, mai<br />
identificata, ritratta <strong>in</strong> una pratica erotica estrema e che<br />
all’apparenza sembrava priva di vita.<br />
Dopo che Stevan<strong>in</strong>, confusamente, aveva alternato ammissioni<br />
a ritrattazioni, erano state disposte tre perizie<br />
psichiatriche al term<strong>in</strong>e delle quali “il mostro di Terrazzo”<br />
fu descritto come un <strong>in</strong>dividuo sano, abbastanza <strong>in</strong>telligente<br />
(il suo quoziente era di 114) e calcolatore, oltre<br />
a non essere affetto da disturbi psicosomatici o del<br />
comportamento. Sicuramente il rapporto con la madre<br />
iperprotettiva e le disavventure della sua vita lo avevano<br />
segnato, ma era <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>tendere e di volere. Perciò<br />
era processabile. Di idea completamente diversa i periti<br />
della difesa, che cercavano di ricondurre tutti i problemi<br />
di Stevan<strong>in</strong> a un <strong>in</strong>cidente subito <strong>in</strong> moto nel 1976, <strong>in</strong> seguito<br />
al quale avrebbe sviluppato «una complessa s<strong>in</strong>drome<br />
psicopatologica».<br />
Tra il 19 luglio e il 23 agosto 1996, ma sempre <strong>in</strong> modo<br />
confuso, Gianfranco Stevan<strong>in</strong> aveva deciso f<strong>in</strong>almente di<br />
“confessare” i delitti di quattro ragazze che gli erano<br />
«morte tra le braccia»: tre durante rapporti sessuali sp<strong>in</strong>ti<br />
all’estremo, una, la Pulejo, per overdose da ero<strong>in</strong>a. Delitti<br />
che aveva raccontato come <strong>in</strong>cubi <strong>in</strong> cui agiva senza<br />
rendersene conto. Spesso diceva di non ricordare. Ricordava<br />
però di aver sezionato un cadavere per occultarlo e<br />
di aver vomitato durante quella operazione.<br />
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