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Il natural desiderio di sapere - Pontifical Academy of Sciences

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146DEL NATURAL DESIDERIO DI SAPEREO qui complexus et gau<strong>di</strong>a quanta fuerunt!Nil ego contulerim iucundo sanus amico. 111Che maggior affetto si puol sentire? E del conferire: 112Albi nostrorum sermonum can<strong>di</strong>de iudex. 113Notiamo anco quello d’Ovi<strong>di</strong>o:Temporis illius colui fovique poëtas;quotque aderant vates rebar adesse deos.Saepe suas volucres legit mihi gran<strong>di</strong>or aevo,quaeque necet serpens, quae iuvet herba, Macer:Ponticus heroo, Bassus quoque clarus iambodulcia convictus membra fuere mei:et tenuit nostras numerosus Horatius aures,dum ferit ausonia carmina culta lyra:Virgilium vi<strong>di</strong> tantum; nec avara Tibullotempus amicitiae fata dedere meae.Successor fuit hic tibi, Galle; Propertius illi:quartus ab his serie temporis ipse fui.Utque ego maiores, sic me coluere minores:notaque non tarde facta Thalia mea est. 114111 “L’alba del giorno seguente sorge molto più grata: infatti a Sinuessa ci vengonoincontro Plozio, Vario e Virgilio, persone quali mai la terra produsse né <strong>di</strong> più schiette,né a me maggiormente legate. Oh quanti abbracci e segni <strong>di</strong> gioia! Finché sarò sano <strong>di</strong>mente non paragonerò mai nulla ad un amico gioviale”, Orazio, Sat., I, V, vv. 39 ss.112 Qui nel senso <strong>di</strong>: accettare il giu<strong>di</strong>zio altrui sulle proprie opere.113 “O Albio, giu<strong>di</strong>ce schietto dei miei sermoni”, Orazio, Epist., I, IV, v. 1.114 “Amai e onorai i poeti <strong>di</strong> quel tempo, e credevo che quelli che mi erano vicini fosserodei. Macro, <strong>di</strong> me più anziano, mi lesse spesso il suo poema sugli uccelli, e qualeserpente nuoccia, e quale erba giovi; Pontico, poeta eroico, Basso, illustre per i giambifurono cari membri del mio sodalizio; e Orazio armonioso incantò le nostre orecchiesuonando sulla lira italica i suoi versi eleganti; Virgilio, lo vi<strong>di</strong> solamente; e il fato avaronon concesse a Tibullo l’occasione <strong>di</strong> unirsi in amicizia con me. Egli successe a te, Gallo,e Properzio a lui, e io fui quarto <strong>di</strong> questa serie. E come io onorai i predecessori così isuccessori mi onorarono: la mia Musa presto è <strong>di</strong>ventata famosa”: Trist., IV, X, vv. 41 ss.(ma mancano i vv. 45-46).

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