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Il natural desiderio di sapere - Pontifical Academy of Sciences

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64FEDERICO CESI, LA PRIMA ACCADEMIA, L’UMBRIAQuattrocento, riuscì a conquistare e mantenere, per più <strong>di</strong> un secolo, unaposizione <strong>di</strong> alto prestigio, ed in Umbria, tra il Cinquecento e il Seicentotrova luoghi e possibilità <strong>di</strong> notevoli realizzazioni.Infatti, contemporaneamente alla loro promozione negli ambientiromani, i principali rami della casata s’inse<strong>di</strong>arono in alcuni centriimportanti del Lazio (Cantalupo, Tivoli, Frascati, Nettuno, Monticelli,ecc.) ed anche dell’Umbria (Cesi, Acquasparta, To<strong>di</strong>, Narni, ecc.). E in questicentri i Cesi “crearono come stabili testimonianze della loro presenzao signoria, come luoghi <strong>di</strong> <strong>di</strong>porto o <strong>di</strong> rappresentanza e se<strong>di</strong> amministrative,ville, palazzi, casini”. 91 I vescovi <strong>di</strong> casa Cesi, poi, si succedetterocome vere e proprie <strong>di</strong>nastie a To<strong>di</strong> e a Narni. A To<strong>di</strong> Angelo Cesi, capostipite<strong>di</strong> uno dei principali rami della casata, fece rinnovare completamentel’interno dell’antica cattedrale, fece costruire il gran<strong>di</strong>oso palazzovescovile, intervenne sullo stesso impianto urbano.Tra le residenze del Lazio e dell’Umbria, senz’altro la più eminente èstata quella <strong>di</strong> Acquasparta, sorta al centro <strong>di</strong> un feudo che nel 1540,Giangiacomo Cesi, nonno <strong>di</strong> Federico il Linceo, e la moglie Isabella <strong>di</strong>Alviano, avevano ottenuto da Pier Luigi Farnese in cambio <strong>di</strong> quello <strong>di</strong>Alviano. Scrive Giovanna Sapori:“Dopo che i Cesi avevano tentato senza successo <strong>di</strong> acquisire lasignoria del loro luogo <strong>di</strong> origine, l’inse<strong>di</strong>amento nella vicinaAcquasparta e la crescente importanza attribuita alla costruzione<strong>di</strong> una residenza rispecchiano l’attenzione del tutto speciale dellafamiglia per quelle terre”. 92Non si possono tuttavia <strong>di</strong>menticare, con Acquasparta e il suo Palazzo,altri luoghi umbri mirabilmente richiamati da Gabrieli con riferimento allafamiglia Cesi e, soprattutto, alle vicende biografiche e all’impegno culturalee civile <strong>di</strong> Federico il Linceo. Narni, ad esempio: nella abbazia <strong>di</strong> S. Angelovicino a Narni, dove risiedeva un suo zio vescovo, e che ere<strong>di</strong>terà alla suamorte, “il Linceo Federico Cesi usava ritrarsi <strong>di</strong> tanto in tanto a stu<strong>di</strong>are”, eda questo luogo “sono datate parecchie sue lettere”. 93 In una <strong>di</strong> queste, il 5<strong>di</strong>cembre 1617, Federico scrive, tra l’altro, al caro amico Johannes Faber:“Neppure perdo il mio tempo, fra libri <strong>di</strong> fisica, <strong>di</strong> filos<strong>of</strong>ia, <strong>di</strong>metafisica, utilizzando in questo eremo il poco tempo che mi91 G. Sapori, op. cit., p. 21.92 Ibid., p. 22, cfr. pp. 22-38 per l’illustrazione delle vicende della costruzione delpalazzo. dei suoi caratteri architettonici e dei suoi pregi artistici.93 G. Gabrieli, Federico Cesi Linceo nella sua “Aba<strong>di</strong>a angelica” presso Narni, cit., p. 143.

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