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Il natural desiderio di sapere - Pontifical Academy of Sciences

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68FEDERICO CESI, LA PRIMA ACCADEMIA, L’UMBRIAAccanto a quelle già in<strong>di</strong>cate, non si possono <strong>di</strong>menticare altre localitàumbre testimoni <strong>di</strong>rette della esperienza della prima Accademia e dellevicende dei suoi esponenti. Tra esse anche Spoleto, patria adottiva del giovanissimoHeckius, il quale, appena fuggito da Deventer, sua città natale,fu appunto ospite della nobile famiglia spoletina dei Gelosi, e proprio aSpoleto questo spirito libero scrisse gran parte dei suoi lavori giovanili inlingua latina, a Spoleto egli ritornò dopo il suo irrequieto peregrinare inEuropa. “Spoleto serba dunque per noi, scrive Gabrieli, memorie molteplici,rappresentative e suggestive, del Linceo Ecchio nella sua prima giovinezza”.97 Dopo Spoleto anche Foligno, alla cui fiera annuale veniva daAcquasparta Federico Cesi, o vi mandava il suo me<strong>di</strong>co tedesco Winthera rifornirsi <strong>di</strong> “semplici” locali e forestieri; e poi Assisi, Perugia, Gualdo,la vicina Fabriano patria dello Stelluti. Perugia soprattutto, dove nel 1601si addottorò l’Heckius, dove soggiornò Giusto Ricchio, poi anche luiLinceo, e dove era nato un altro Linceo, il giureconsulto e matematicoGiuseppe Neri (1586-1623). 98Sopra tutti i luoghi umbri, com’è evidente, Acquasparta, il Palazzo ele amene contrade circostanti furono testimoni della splen<strong>di</strong>da e coraggiosaavventura <strong>di</strong> Federico e dei primi accademici Lincei. È nella sua<strong>di</strong>mora d’Acquasparta, nei primi mesi del 1604, che il giovane Federico sirifugia deluso per le incomprensioni familiari, dopo la breve ma esaltanteesperienza <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in comune seguita alla fondazionedell’Accademia. Nel 1609, quando i quattro compagni fondatori poterono<strong>di</strong> nuovo ritrovarsi, le prime riunioni si tennero nelle raccolte saledel Palazzo. E se è dal 1614 che Federico pensa con più insistenza <strong>di</strong> faredel palazzo il punto <strong>di</strong> riferimento per l’attività dell’accademia, cercandoanche <strong>di</strong> creare le con<strong>di</strong>zioni per questo, a partire dal 1618 fino al 1630,nel periodo <strong>di</strong> più intensa attività dell’istituzione, egli scelse il Palazzocome sua <strong>di</strong>mora abituale, fiducioso <strong>di</strong> trovare, lontano dai “molestinegozi” romani, la quiete necessaria per attendere all’organizzazione collegialedel lavoro accademico, alla realizzazione delle sue ricerche scientifiche.<strong>Il</strong> palazzo si trasforma da <strong>di</strong>mora principesca a istituzione scientifica,a luogo <strong>di</strong> ricerca dove si accumulano libri, manoscritti, tavole incise,strumenti per l’indagine. In questi do<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> ritiro operoso, fino97 G. Gabrieli, Umbria cesiana e lincea. Appunti per un itinerario linceografico, cit.,pp. 179-180.98 Ibid., pp. 180-181.

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