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Il natural desiderio di sapere - Pontifical Academy of Sciences

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84FEDERICO CESI, LA PRIMA ACCADEMIA, L’UMBRIAma quella, se bene la barca era trascorsa per otto o <strong>di</strong>eci bracciaavanti, con tutto ciò cadde la chiave tra lui e me, perché oltre l’andarein alto aveva del moto della barca acquistato l’altro d’andarecol movimento <strong>di</strong> essa e seguitarla come fece”. 114Al <strong>di</strong> là del suo carattere estemporaneo, l’esperimento galileiano raccontatodallo Stelluti riveste un significato storico, metodologico e scientificorilevante. Esso rivela anzitutto che alcuni luoghi privilegiati dellaterra umbra, lo stesso palazzo Ducale sono stati la sede in cui per laprima volta viene esplicitamente avanzato e <strong>di</strong>scusso il principio <strong>di</strong> relativitàdel moto, rivela che furono proprio quei luoghi a vedere il battesimosperimentale del principio <strong>di</strong> relatività, “vera pietra angolare dellafisica moderna”. 115<strong>Il</strong> 1624, le due settimane <strong>di</strong> permanenza <strong>di</strong> Galilei nella terra umbra,ad Acquasparta, senza enfasi possono veramente essere considerate ilmomento cruciale della congiunzione tra esperienza dei lincei con l’orizzontemetodologico della moderna scienza sperimentale.C’è <strong>di</strong> più, in quel viaggio Galilei aveva portato con sé propriol’“occhialino”, cioè il microscopio “per vedere da vicino le cose minime”.E se in quell’occasione Galilei, dovendolo portare a Roma, non consegnòl’“occhialino” a Cesi, gliene inviò comunque, debitamente perfezionato,un altro esemplare nel settembre dello stesso anno. Fu proprio grazie aquesto strumento galileiano, che i lincei <strong>di</strong>vennero i padri fondatori,come già si è detto, dell’o<strong>di</strong>erna microscopia scientifica. E se, come osservaancora Conti, “la filos<strong>of</strong>ia <strong>natural</strong>e <strong>di</strong> quasi tutte le università deltempo non aveva seguito i gran<strong>di</strong> progressi conoscitivi e metodologicidella Lincealità”, grazie a questa contiguità degli interessi e delle esperienze“lo Stu<strong>di</strong>o, che aveva <strong>di</strong>rettamente contribuito alla formazione culturale<strong>di</strong> due prestigiosi lincei, avrebbe sicuramente raccolto e sviluppatol’ere<strong>di</strong>tà lasciata dal Cesi”, se non fosse che la controversia sugli astri el’intolleranza facessero sì che le cose andassero altrimenti. 116114 Francesco Stelluti a Ignoto, Roma 8 gennaio 1633, in loc. cit., p. 62.115 L. Conti, Sotto il segno degli astri: lo stu<strong>di</strong>o perugino e i Lincei, in G. Sapori, C.Vinti, L. Conti, <strong>Il</strong> Palazzo Cesi <strong>di</strong> Acquasparta e la rivoluzione scientifica lincea, cit. p. 79.116 Ibid., p. 83.

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