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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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(Divisione Affari Generali e Riservati)<br />

ROMA<br />

Secondo notizie pervenute da un fiduciario di quest’ufficio, risulterebbe che lo<br />

straniero che il 21 Marzo scorso riuscì a sfuggire alle Guardie di Finanza al varco di<br />

Monte Clivio (Como) e che fu indicato pel comunista Pietro Matheivichs, argomento<br />

delle lettere di codesta Dir. Gen. in data 27 e 30 Marzo scorso n. 8288 e<br />

8670, non sarebbe altri che il comunista italiano Zanardi, ex segretario della Federazione<br />

comunista milanese, il quale trovasi al presente a Berlino, ove avrebbe raccontato<br />

l’avventura occorsagli. Egli, nella circostanza, consegnò alla guardia di Finanza<br />

un passaporto falso, in cui egli era indicato con un nome russo, e di qui<br />

l’equivoco che lo fece annunziare come un emissario russo.<br />

Lo Zanardi allorché voleva rientrare in Italia era accompagnato dal comunista<br />

Romano Cinzep, ora arrestato in Czeco-Slovacchia e che precedentemente fu arrestato<br />

col comunista Giulianini Aldo di Forlì, quando quest’ultimo rientrò in Italia<br />

dopo il congresso di Mosca.<br />

Si spiegherebbe così che il sedicente straniero fosse in possesso del documento a<br />

firma Grieco, allegato alla lettera di codesta On. Direzione Generale in data 27<br />

Marzo scorso n. 8288, diretta al noto Arturo Cappa, lettera il cui contenuto conferma<br />

le notizie riferite sul Cappa con la comunicazione ufficiosa di quest’ufficio in<br />

data 25 Aprile, comunicazione che ha relazione con la lettera di codesta On. Direzione<br />

del I° corrente N° 11469.<br />

IL REFETTO<br />

Reggente la Questura<br />

C. Bertini » [ Cfr. ACS, CPC, b. 5509, fasc. Zanardi Francesco].<br />

La questura romana ricevette la notizia della fuga di Zanardi da Quaglino che,<br />

però, non si dimostrò bene informato, perché il compagno di viaggio di Zanardi<br />

non era Cinzep, bensì Angelo Tasca. Inoltre, i due non tentavano di rientrare in<br />

Italia, ma di uscirne illegalmente. Ciò risulta dal seguente documento contenuto nel<br />

fascicolo del CPC intestato a Umberto Terracini:<br />

« Decifrazione del documento crittografico n. 111<br />

15 RS 3-4-23<br />

Per conoscenza tua e compagni spieghiamo che incidente Dumenza colse Tasca e<br />

Zanardi Ambedue salvi Zanardi nascosto qui attesa occasione ripartire – Io rientrato<br />

altra via improvvisata – Confermiamo telegramma ordinante fermare ritorno<br />

Cappa. Incidente Dumenza polizia sequestrò lettera Ruggero trattante questione<br />

Cappa – Intercettammo fonogramma polizia disponente sue ricerche ed arresto.<br />

Ciò comunichiamo sua regola ma riconfermiamo che lo riteniamo sciolto ogni impegno<br />

nostro partito come da nostre intese. Puoi se vuole rientrare avviarlo nostri<br />

passaggi ma nulla più – Scocci giungerà Berlino verso dieci aprile – Saluti – Umberto»<br />

[ Cfr. ACS, CPC, b. 5071, fasc. Terracini Umberto].<br />

Poiché Zanardi aveva lasciato nelle mani delle guardie un documento falso a nome<br />

del cittadino russo Pietro Matheivichs e la stampa aveva parlato dell’episodio, si<br />

interessò della vicenda anche il Komintern, che chiese informazioni ai comunisti<br />

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