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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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5/7/29<br />

Egregia Signorina,<br />

Tr. è arrivato qui, dove si trova in una clinica privata; non esce mai, dato<br />

che il suo stato di salute è ancora delicato. Nella clinica è difficile visitarlo,<br />

perché tra il personale vi sono dei conoscenti. Sembra che resterà nella clinica<br />

ancora 2 – 3 settimane e poi andrà in una pensione. Allora sarà possibile<br />

avvicinarlo.<br />

Le scriverò nuovamente fra giorni. Lei giustamente si lagna della rarità<br />

delle mie lettere: i nostri rapporti potranno essere più regolari e frequenti se<br />

cambieranno natura e carattere. Al punto in cui sono nella mia formazione<br />

morale e intellettuale, mi è fisicamente impossibile rimanere con lei negli<br />

stessi rapporti di 10 anni fa e suppongo che in una sistemazione diversa dei<br />

nostri rapporti potrebbe anche lei avere interesse. La prima cosa da eliminare,<br />

perché mi lascia indifferente o umiliato, è il denaro. Ma di ciò parleremo<br />

a voce con maggiore comodità.<br />

Saluti cordiali<br />

Silvestri<br />

*****<br />

La lettera è scritta a mano, con calligrafia diversa da quella di <strong>Silone</strong>. Si tratta,<br />

quindi, di una trascrizione della lettera originale non presente negli atti. È indirizzata<br />

alla sorella di Guido Bellone, perché quest’ultimo, come si è già detto,<br />

ne utilizzava il nome nel recapito della corrispondenza che gli giungeva<br />

per motivi professionali, al fine di evitare sospetti sugli informatori da lui gestiti,<br />

che svolgevano la loro attività soprattutto con l’invio di rapporti scritti.<br />

Con questa lettera, scritta dopo quella assai stringata del maggio 1929, <strong>Silone</strong><br />

prospetta a Bellone la possibilità di una collaborazione più assidua,<br />

dopo che quest’ultimo si è lamentato con lui della scarsa frequenza con cui<br />

gli scrive. Alla condizione, però, che non vi sia più un atteggiamento ostile<br />

del regime fascista nei suoi confronti e si trovi una soluzione benevola ai<br />

suoi problemi giudiziari e a quelli del fratello Romolo. Questo è il senso che<br />

si evince dalla frase: « i nostri rapporti potranno essere più regolari e frequenti<br />

se cambieranno natura e carattere ». Precisa però che, nell’ipotesi di<br />

un eventuale accordo di collaborazione più assidua, deve essere esclusa ogni<br />

clausola che preveda una retribuzione per l’attività informativa prestata:<br />

« La prima cosa da eliminare, perché mi lascia indifferente o umiliato, è il<br />

denaro ». In altre parole, <strong>Silone</strong> fa capire a Bellone che non è disposto a fare<br />

la spia prezzolata e a tradire per soldi i suoi compagni di partito.<br />

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