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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Roma, li 20 gennaio 1923<br />

Regia Questura di Roma – Gabinetto<br />

A S. E. IL TENENTE GENERALE<br />

Direttore Generale della P.S.<br />

ROMA<br />

Persona fiduciaria ora a Berlino mi scrive quanto appresso:<br />

“Sono tornato oggi da un breve giro compiuto nella Renania e mi affretto<br />

ad inviarti qualche notizia.<br />

Alla conferenza comunista di Essen, alla quale parteciparono rappresentanti<br />

dei partiti comunisti della Francia, del Belgio, della Germania, dell'Olanda,<br />

dell'Inghilterra, il partito italiano inviò il deputato Ersilio Ambrogi,<br />

Edmondo Peluso (che tu ben conosci) e l'Ing. Ramazzotti di Novara. La<br />

risoluzione adottata dalla conferenza è stata pubblicata sul Lavoratore e<br />

perciò già la conoscerai. Dall'ing. Ramazzotti ho avuto qualche interessante<br />

particolare che riassumo brevemente:<br />

“La conferenza fu influenzata in maniera assoluta dai tedeschi. Non solo<br />

dai comunisti tedeschi, ma indirettamente anche dal Governo. Per esempio<br />

quando fu esaminata la possibilità di una resistenza armata ai francesi, Kocnen<br />

[Koenen], uno dei rappresentanti del partito comunista tedesco, comunicò<br />

che se la conferenza si fosse posta su quella base, sarebbe stata sciolta<br />

immediatamente dalla polizia tedesca. Egli quindi espose il piano di resistenza<br />

scelto dal Governo: sabotare ogni tentativo di aumento della produzione<br />

del carbone, sabotare il controllo della commissione degli ingegneri<br />

alleati, provocare il rialzo del prezzo del carbone. In questa tattica i minatori<br />

potrebbero avere una parte importante: pretendendo una diminuzione di<br />

ore di lavoro, opponendosi alla probabile invasione delle miniere da parte<br />

delle truppe francesi, scioperando per un aumento di salario. Senza dubbio<br />

le condizioni di minatori della Ruhr sono inferiori a quelle degli operai di<br />

tutti gli altri paesi dell'Europa.<br />

“Appunto per questo infimo trattamento il carbone da essi scavato costa<br />

meno di quello inglese e francese e ciò ha provocato la chiusura in Inghilterra<br />

e in Francia di molte miniere. I comunisti si rivolgeranno ai disoccupati<br />

di questi due paesi con questo ragionamento convincente: se voi aiutate i<br />

vostri compagni della Ruhr nella lotta per una diminuzione di ore di lavoro<br />

e per un aumento di salario, voi aiuterete voi stessi poiché il carbone tedesco<br />

aumenterà di prezzo<br />

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