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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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300 HP<br />

Genova, 31 agosto 1923.<br />

Serafini – comunista – residente a Genova – in via Carlo Felice – che<br />

dai membri del Partito Comunista e Socialista – è conosciuto come<br />

ricchissimo – è ritornato qui da Vienna ove si sarebbe recato per incarichi<br />

segreti di alta competenza affidatigli dall'Esecutivo Comunista<br />

– A Vienna si sarebbe incontrato con l'on. Ambrogi, con Edmondo<br />

Peluso e coll'avv. Vittorio Ambrosini – Serafini gode una fiducia illimitata<br />

presso l'Esecutivo – e gli incarichi delicatissimi che gli vengono<br />

affidati all'estero sarebbero di una segretezza assoluta –<br />

Sembra a quanto ho potuto conoscere – sarebbe Togliatti – l’ex redattore<br />

dell’“Ordine Nuovo” di Torino – che da Torino stessa, glieli<br />

farebbe pervenire –<br />

Al domicilio di Serafini potrebbe esservi qualche cosa di interessante –<br />

Bisogna sorvegliare soprattutto Togliatti e Roveda a Torino –<br />

*****<br />

Questo rapporto è inviato da Genova, come quelli datati « Genova, 27 settembre<br />

1923 » e « Genova, 7/2/24 ».<br />

Va qui ricordato che Quaglino soggiornava spesso nella città, quando rientrava<br />

dai suoi viaggi che compiva nelle varie città d’Italia e d’Europa. A Genova<br />

Quaglino aveva una cassetta postale dove riceveva la corrispondenza<br />

che gli perveniva dall’Italia e dall’estero e quindi anche dalla questura di Roma<br />

e dal Ministero dell’Interno. La notizia dell’esistenza di tale cassetta postale è<br />

contenuta in una nota del questore di Genova del 1° ottobre 1925 diretta alla<br />

DGPS, in cui si legge: « da indagini disposte è risultato che la cassetta postale<br />

1666, di cui attualmente è titolare Mezzana Umberto ha appartenuto fino al<br />

decorso giugno al noto comunista Quaglino Alfredo fu Cesare nato a Torino.<br />

Costui è tuttora titolare di una cassetta postale segnata con il N. 1865 ma riceve<br />

poca corrispondenza proveniente dall’estero ». [Cfr. ACS, CPC, b. 4171,<br />

fasc. Quaglino Alfredo Andrea Cesare]<br />

La sua presenza a Genova risulta anche dalla relazione siglata 300 HP, datata<br />

« Trieste, 26 maggio 1923 », in cui Quaglino scrive: « Bertani a Genova mi<br />

disse che il Presidente è già sfuggito a 3 attentati tesigli dagli anarchici, ma che<br />

si vedrà di fare meglio per l'avvenire! ». Ed è a Genova che Quaglino si incontra<br />

con Bellone e redige la relazione inviata da quest’ultimo al questore Bertini<br />

con lettera del 22 aprile 1922.<br />

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