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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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tatto con Quaglino e ne ottenne le confidenze, quando quest’ultimo<br />

si trovava nella Costa Azzurra, a Juan Les Pins, dove si era trasferito<br />

e conviveva con la giovane inglese Frances Rachel Bailey, di quindici<br />

anni più giovane di lui.<br />

Pare che Frances Rachel Bailey sia stata coinvolta nella resistenza<br />

francese, durante il periodo della seconda guerra mondiale, svolgendo<br />

opera di collegamento tra i partigiani alla macchia e che a tale attività<br />

abbia collaborato anche Quaglino.<br />

Frances Rachel Bailey convisse con Quaglino fino al 1972, data della<br />

morte di quest’ultimo, che la sposò poco tempo prima di morire.<br />

Da Quaglino Frances Rachel Bailey ereditò un fondo fotografico –<br />

relativo alla bella vita della Costa Azzurra – che fu messo all’asta dai<br />

suoi esecutori testamentari a Edimburgo nel 2003.<br />

Si riproducono qui di seguito il frontespizio del libro di Quaglino e<br />

tre relazioni redatte su di lui da Vittorio Terracini, che lo descrivono<br />

come un uomo amante della bella vita. Bella vita che poteva permettersi<br />

soprattutto grazie alle somme erogategli dalla polizia fascista e<br />

non certo in virtù esclusivamente della sua pensione di invalido di<br />

guerra e dell’eredità paterna.<br />

Per ulteriori notizie su Quagliano si vedano:<br />

ACS, CPC, b. 4171, fasc. Quaglino Alfredo Andrea Cesare;<br />

ACS, MI, Pol. Pol., fascicoli personali, b. 72/A, fasc. Quaglino Alfredo;<br />

PCM, Commissione per l’esame dei ricorsi dei confidenti dell’Ovra<br />

(1946-1949), 12, fasc. Quaglino Alfredo;<br />

https://en.wikipedia.org/wiki/Alfredo_Quaglino;<br />

http://www.scotsman.com/lifestyle/at-home-with-the-riviera-set-1-494186.<br />

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