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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Tirieste, 21 gennaio 1923<br />

Prefettura della Venezia Giulia<br />

Ufficio Gabinetto<br />

A Sua Eccellenza De Bono<br />

Direttore Generale Pubblica Sicurezza.<br />

Roma<br />

Presa visione delle informazioni di fonte fiduciaria trasmessemi con la nota<br />

12 corrente N° 922 mi è gradito rilevare che le stesse confermano pienamente<br />

quanto ho avuto l'onore di segnalare alla E. V con le relazioni<br />

mensili sulle condizioni dello spirito pubblico in questa Regione nei riguardi<br />

dell'attività del partito comunista. Come pure con soddisfazione rilievo che<br />

lo stesso Viglongo riconosce come Trieste sia oggi la città più tranquilla<br />

d'Italia, con te, tranquillità, però, che non è dovuta certo ad una voluta determinazione<br />

dei dirigenti il partito comunista ma alla impossibilità che essi<br />

hanno di poter esercitare una qualsiasi azione, stretti come sono da una diuturna,<br />

assidua vigilanza che impedisce loro ogni qualsiasi libertà di movimento.<br />

E quest’azione costante ed assidua che quotidianamente si spiega<br />

nei riguardi di tutti i partiti sovversivi in genere e del comunista in ispecie, la<br />

E. V. avrà potuto rilevare dai numerosi rapporti da me finora inviati a codesta<br />

On. Direzioni Generale su fatti ed operazioni specifiche compiute in<br />

confronto dei comunisti, i quali, pertanto, non può dirsi che godono quella<br />

libertà cui si accenna con la informazione fiduciaria pervenuta a codesto<br />

Ministero.<br />

Io non posso che nuovamente confermare alla S. V. che il partito<br />

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