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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Giuseppe Vota<br />

Informatore della questura romana<br />

1. Lettera del 27 Marzo 1923:<br />

<strong>Il</strong> nuovo Esecutivo – Palmiro Togliatti,<br />

ex redattore capo del Comunista e già<br />

membro del Comitato centrale; Vota,<br />

segretario della Federazione nazionale<br />

lavoranti in legno; Scoccimarro,<br />

membro della commissione per la fusione,<br />

sono stati chiamati a far parte del<br />

nuovo Esecutivo.<br />

300 HP (Quaglino)<br />

2. Rapporto Genova, 27 settembre<br />

1923:<br />

Vota già segretario della Federazione<br />

Lavoranti in Legno a maggioranza<br />

comunista – era tornato da molti mesi<br />

dalla Russia – ed esplicava la sua attività<br />

politica a Torino …<br />

3. Rapporto Napoli, 3 novembre 1923:<br />

Tasca e Vota attendono l'esito del processo<br />

di Milano unitamente a Togliatti,<br />

Leonetti, Montagnana e Gennari.<br />

4. Rapporto Genova, 7 febbraio 1924.<br />

Rabezzana – (ex deputato comunista di<br />

Torino) – mi ha detto che Bordiga è<br />

contro il nuovo Esecutivo Comunista<br />

di cui fanno parte Vota – Tasca – Togliatti<br />

e altri due che non conosce neppure<br />

lui – tanto è grande la segretezza<br />

dei capi nominati da Mosca –<br />

Su Vota [1886-periodo fascista] Quaglino riferisce che: 1. fa parte dell’Esecutivo<br />

comunista; 2., 3. è stato arrestato nel settembre 1923 ed è in attesa dell’esito del<br />

processo; 4. la sua linea politica diverge da quella di Bordiga.<br />

1. e 2.: la perfetta concordanza delle due relazioni fiduciarie sulla carica ricoperta<br />

da Vota [segretario, prima dell’arresto, della Federazione nazionale<br />

lavoranti in legno] indica che esse provengono dallo stesso informatore:<br />

Quaglino.<br />

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