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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Terracini è stato in Germania dopo il 18 marzo ha tenuto comizio a<br />

Francoforte (nell'ippodromo) e ad Amburgo nella casa dei Sindacati<br />

contro l'occupazione della Ruhr. Egli fu presentato col nome di Michelino<br />

Bianchi, nome riportato anche dalla stampa tedesca.<br />

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Bonnbacci, durante la sua permanenza a Berlino, ha affermato di essere in possesso<br />

della fotografia di un autografo di S.E. Mussolini destinato a D'Annunzio,<br />

sulla questione di Fiume e delle trattative sulla Jugo-Slavia. In questo documento<br />

si accenna all'impegno da parte di D'Annunzio di sciogliere la Federazione dei<br />

legionari fiumani ed a quello di Mussolini di non accettare risoluzioni definitive<br />

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Rigo 2: La sostituzione di « conferenze » con « comizi » fu fatta per<br />

precisare meglio il lavoro svolto da Terracini o per ragioni stilistiche.<br />

Rigo 8: La sostituzione di « nella » con « durante la » fu evidentemente<br />

fatta per ragioni stilistiche.<br />

Rigo 11: L’espressione onorifica « S.E. » anteposta al nome « Mussolini<br />

» probabilmente fu inserita dalla questura romana.<br />

Rigo 17: La parola « Fed » fu sostituita con « Federazione » probabilmente<br />

per rendere più chiaro il testo<br />

Righi 18-19: L’espressione « di non accettare le soluzioni definitive »<br />

fu sostituita con « di non accettare risoluzioni definitive » probabilmente<br />

per motivi stilistici. La preposizione « di », posta alla fine del<br />

rigo 20, fu soppressa a seguito della soppressione della prima riga della<br />

pagina seguente che porta il numero 28.<br />

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