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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Roma, li 9 Giugno 1922<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

<strong>Il</strong>l./mo Signor PREFETTO<br />

Onorevole Signor Direttore Generale P.S.<br />

(Ministero dell’Interno)<br />

ROMA<br />

Da parte fiduciaria è stato riferito a quest'ufficio che il 4 corrente ha avuto<br />

luogo a Dusseldorf in Germania, un convegno comunista antimilitarista al<br />

quale hanno partecipato i rappresentanti della Francia, del Belgio, dell'Olanda,<br />

della Germania, della Svizzera e dell'Italia.<br />

Per l'Italia era presente il Comunista Antonio Cassitta dell'Esecutivo della<br />

Gioventù Comunista.<br />

Compito del convegno è stato:<br />

I° Esaminare l'attuale organizzazione del lavoro illegale nei vari Paesi, con<br />

particolare riferimento alle forze armate in rapporto ad eventualità di conflitti<br />

tra la Germania e la Francia;<br />

2° Cercare un organo permanente con sede a Berlino e costituito di esperti,<br />

possibilmente ufficiali, per controllare e dirigere tutta la politica militare<br />

ed illegale dei vari partiti Comunisti.<br />

<strong>Il</strong> Comunista Cassitta prima di recarsi a Dusseldorf è passato a Milano<br />

dove ha ricevuto una relazione dettagliata del lavoro svolto in Italia da Bruno<br />

Fortichiari residente in quella città e che dirige attualmente tutto il lavoro<br />

illegale del Partito comunista.<br />

<strong>Il</strong> colloquio col Fortichiari ha avuto luogo in un caffè a Via Carlo <strong>Alberto</strong><br />

presso il Duomo.<br />

IL QUESTORE<br />

Firma illeggibile<br />

*****<br />

Come la precedente, anche questa lettera contiene informazioni sui rapporti<br />

tra il PCd’I e la III Internazionale. La lettera documenta che, a decorrere dal<br />

9 giugno 1922, alla questura romana arrivavano notizie sull’attività svolta<br />

dai comunisti in Italia e anche in Germania.<br />

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