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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI<br />

Ufficio sanzioni contro il fascismo<br />

Roma, 27 maggio 1947<br />

ALLA COMMISSIONE PER L'ESAME DEI RICORSI DEI CON-<br />

FIDENTI DELL'O.V.R.A.<br />

SEDE<br />

OGGETTO / Ricorso Quaglino Alfredo<br />

Visti gli art. 2 D.L. 25/5/1946 n. 424 e 4 D.L. 2/8/1946 n. 58 – esaminati<br />

i documenti ed il ricorso dell'interessato<br />

osserva<br />

In un promemoria compilato l'8 gennaio 1939 da un funzionario della<br />

Direzione Generale della P.S. (f. 0003 fasc. 34 bis) si legge:<br />

“34 (E’ il noto comunista Alfredo Quaglino, parente del deputato<br />

omonimo, e residente in Francia).<br />

Non ha fascicolo semplice per non avere più riferito. Nel fascicolo bis<br />

non si rinvengono elementi circa la sua assunzione, inizio della stessa,<br />

retribuzione fissa ecc. <strong>Il</strong> sottofascicolo dei pagamenti è vuoto. Gli atti<br />

cominciano col 1927. Ha riferito varie notizie da Parigi (campo del fuoruscitismo<br />

in genere, con generiche segnalazioni nominative riflettenti<br />

anche anarchici noti).<br />

Nel 1932 gli abbiamo scritto che la sua opera non era soddisfacente né<br />

redditizia: segnalazioni generiche, enunziate sempre e mai portate a termine;<br />

induzioni e deduzioni prive di fondamento, da dare la sensazione<br />

che si trattasse di una mera raccolta di voci da caffè. Lo si invitava pertanto<br />

a mettersi in grado di dare un utile rendimento, “serio, onesto,<br />

preciso, non essendo possibile prolungare all'infinito una situazione<br />

completamente negativa”. Ciò malgrado gli si accludevano ventimila lire,<br />

in attesa del rendiconto. Di seguito, evidentemente, a questa lettera il<br />

Quaglino rinunciò a continuare la sua collaborazione e, a titolo di buonuscita,<br />

gli si corrisposero nell'aprile 1932 quindicimila lire.<br />

Nel maggio del 1933 il Quaglino ci inoltrò una offerta di ripren-<br />

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