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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Lugano, 25 febbraio 1930<br />

Dopo un lungo silenzio, mi faccio vivo per ricordarle che non l’ho dimenticato.<br />

Sono riuscito a rintracciare il noto Tranquilli, che vive qui, in<br />

una casa di cura. Le accludo un documento che può interessarle. Domani le<br />

mando l’indirizzo del Tr. Avrei bisogno di parlarle ma subito per coordinare<br />

la mia linea di condotta. Può essere qui fino al principio di marzo?<br />

Più tardi forse io sarò partito. Per rispondermi, attendo [attenda] la lettera<br />

seguente.<br />

----<br />

Sembra che il Pasquini, appoggiato da Ravazzoli, Tresso, Leonetti, Gigante,<br />

Bavassani, e altri membri del comitato centrale del partito, voglia provocare<br />

una scissione nel suo partito. Egli è ancora incerto, sull’opportunità del<br />

momento.<br />

*****<br />

<strong>Il</strong> calce al foglio è apposta a matita l’annotazione « Tranquilli Secondino »,<br />

in colore viola.<br />

Questa lettera fu inviata da <strong>Silone</strong> a Bellone dopo un periodo di silenzio di<br />

oltre sei mesi, dato che le sue ultime tre missive risalgono al periodo luglioagosto<br />

1929.<br />

Oltre alla lettera, <strong>Silone</strong> inviò a Bellone un documento, datato 22 febbraio<br />

1930, che fu trasmesso dalla Pol Pol alla Riservata con la nota qui di seguito<br />

riprodotta.<br />

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