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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Genova, 7/2/24/<br />

Pagella Vincenzo – ex deputato massimalista – mi dice che il Pr. è caduto<br />

“nella trappola soviettista” – tesagli da Mac Donald d’accordo colla Delegazione<br />

Russa in Italia per ½ di Rakowsky. Io riferisco quanto ho appreso!<br />

Sembrerebbe che Mac Donald abbia fatto pressione su Rakowsky – rappres.<br />

russo a Londra – affinché Jordansky inventasse qualche motivo (per<br />

esempio quello addotto) per rifiutare la firma al trattato preparato – e forse<br />

anche in seguito Mosca sempre d'accordo con Londra solleverebbe nuove<br />

difficoltà per recare irritazioni e dispiaceri al nostro governo.<br />

Secondo Pagella questa tesi è la più vicina alla realtà e tenderebbe ad avere<br />

in seguito sviluppi notevoli che tornerebbero tutti a nostro danno.<br />

È anche lui stupito come mai il Pr. si sia lasciato prendere alla sprovvista, e<br />

non sarebbe meravigliato che la Delegazione di Jordansky venisse congedata!<br />

Ma intendiamoci bene, queste sono tutte supposizioni di questo brav'uomo!<br />

---------<br />

Pastore Ottavio – ex dirett. “Ordine Nuovo” – e “Lavoratore” di Trieste –<br />

andrà a dirigere con ogni probabilità il nuovo quotidiano dei terzint. e dei<br />

comunisti.<br />

L'ho incontrato sempre più grigio, alla Sala Stampa a Torino – Mi ha detto<br />

che se volevo essere portato candidato ne avrebbe parlato all’Esecutivo. Io<br />

gli ho risposto che per prendere delle legnate, e quelle soltanto, ne facevo<br />

proprio a meno! E gli ho proposto di presentare la sua candidatura a Torino!<br />

Dio sa con quale successo! Mi ha chiesto il mio concorso finanziario<br />

per le elezioni e per il quotidiano ed ha avuto la mia promessa affermativa –<br />

Anche lui nei riguardi della mancata firma al trattato italo russo, la pensa un<br />

po' come Pagella.<br />

*****<br />

Rigo 3: Si noti il termine « mezzo », scritto col numero frazionario<br />

« ½ » anziché con le lettere dell’alfabeto, che ricorre più volte anche<br />

nel documento redatto a Genova nell’aprile 1923, alla presenza di<br />

Bellone. Ciò dimostra che l’autore di tale documento è Quaglino.<br />

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