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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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conda come « fiduciario che è in Francia », nella terza come « fiduciario,<br />

attualmente nel Belgio ». Esse sono state attribuite arbitrariamente<br />

a <strong>Silone</strong> da Canali e Biocca, ma il loro contenuto e il loro stile<br />

inducono a ritenere che siano state redatte da Quaglino. Le prime<br />

due portano entrambe la data del 25, la terza quella del 26. Va osservato,<br />

però, che è del tutto inverosimile che l’informatore si trovasse<br />

nello stesso giorno in Spagna e in Francia e il giorno successivo in<br />

Belgio, perché la raccolta delle notizie riferite non può essere avvenuta<br />

in un così breve lasso di tempo. Molto probabilmente si è verificato,<br />

anche in questo caso, ciò che si era già verificato nell’aprile 1923,<br />

allorché le lettere della questura di Roma datate 23, 24, 25, 26, 28 furono<br />

estratte dal documento redatto a Genova da Quaglino alla presenza<br />

di Bellone, al suo rientro dalla Germania. È da presumere che<br />

Quaglino si sia trattenuto in Spagna, Francia e Belgio, per un certo<br />

tempo e che abbia consegnato il proprio materiale informativo al suo<br />

rientro e che questo sia stato comunicato subito dopo dalla questura<br />

romana alla DGPS. Le notizie relative alla Spagna si riferiscono alle<br />

prospettive del movimento comunista e sindacalista rivoluzionario dopo<br />

il colpo di stato militare di Primo de Rivera; quelle concernenti la<br />

Francia e il Belgio riguardano l’attività antifascista dei comunisti italiani<br />

in tali paesi.<br />

Le relazioni riprodotte nelle lettere della questura romana inviate<br />

alla DGPS durante il primo semestre 1924 si riferiscono prevalentemente<br />

all’organizzazione e all’attività del PCD’I in Francia.<br />

Si rimarca qui nuovamente che nelle lettere della questura romana,<br />

comprese quelle estratte dal documento redatto a Genova nell’aprile<br />

1923, ricorrono circa 150 nomi di personalità politiche, appartenenti<br />

prevalentemente al movimento comunista, di cui circa 50 compaiono<br />

anche nei rapporti siglati 300 HP. Tra queste 50 personalità vi sono<br />

tutti i dirigenti del PCD’I, la maggior parte dei quali è conosciuta personalmente<br />

da Quaglino, che è informatore sia della questura romana<br />

sia del Ministero dell’Interno.<br />

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