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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Centurie di “camicie rose„ straniere<br />

a una parata comunista a Parigi<br />

Parigi, 29 settembre, notte.<br />

(P.C.) Una delle consuete riviste domenicali delle forze comuniste che si<br />

svolgono di tanto in tanto in qualche sobborgo senza incidenti degni di nota<br />

ha attratto ieri l’attenzione in modo particolare, perché per la prima volta<br />

vi partecipavano alcune centurie straniere organizzate sul tipo fascista, salvo<br />

che la camicia nera è sostituita dalla rossa, non già per un omaggio alla memoria<br />

di Garibaldi, ma in omaggio agli ordini di Mosca. Vi erano cinque<br />

centurie precedute da bandiere e labari e comandate militarmente: alla loro<br />

testa era il deputato comunista Marty.<br />

Le centurie sfilarono con passo marziale innanzi alla massa dei dimostranti<br />

tra grida di: «Viva l’esercito rosso». I «camiciardi» cantavano in coro un<br />

nuovo inno con un ritornello che dice: «State in guardia! State in guardia! E’<br />

la rivoluzione che avanza!». Non mancava nemmeno un gruppo di cinesi,<br />

con un cartellone di protesta contro i generali che laggiù si battono, ed un<br />

gigantesco arabo portava in giro un cartellone con la scritta: «Sgomberate il<br />

Marocco».<br />

La maggior parte delle centurie era composta da giovani comunisti italiani.<br />

Alcuni ordini erano dati addirittura in italiano. La presenza di numerosi<br />

italiani nelle centurie è segnalata soprattutto dai giornali radicali, i quali sono<br />

naturalmente seccati di questo sfoggio di forze comuniste che pretendono<br />

mirare alla preparazione di future rivolte.<br />

Dopo la sfilata i dimostranti si raccolsero intorno ad alcune tribune a udire i<br />

discorsi dei soliti oratori del partito comunista, e le forze sovversive si disciolsero<br />

poi senza il più leve incidente.<br />

<strong>Il</strong> carattere apparentemente pacifico di queste dimostrazioni in cui si inneggia<br />

alla rivoluzione sociale non basta a calmare l’apprensione dei partiti<br />

che sono all’opposizione, e gli organi più battaglieri dicono addirittura che<br />

mentre i Kerenski credono di governare i nuovi Lenin preparano apertamente<br />

l’assalto al potere.<br />

Inoltre vi è stato qualche sera fa un incidente significante: un ufficiale che<br />

aveva dinanzi ad un caffè del quartiere di Montmartre redarguito un soldato<br />

il quale teneva un contegno scorretto si trovò all’improvviso circondato da<br />

una folla di malviventi che parlavano tutte le lingue e che minacciavano di<br />

linciarlo. Soltanto il rapido intervento degli agenti valse a metterlo in salvo.<br />

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