Alberto Vacca - Il dossier Silone

Sono quindi sorpreso che questo affiatamento non si effettui.
3) Invio copia di una nota della Questura di Pavia, inviata già al Tribunale
Speciale.
4) Non vi ha alcun fatto importante da segnalare alla E.V.
Con devoto ossequio
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Questa lettera del Capo della polizia fu inviata a Mussolini, il 23 aprile 1928,
per informarlo sullo stato delle indagini relative all’attentato della fiera di
Milano, di cui inizialmente Romolo Tranquilli fu ritenuto uno degli organizzatori.
Essa è interessante perché contiene un passo che attesta il primo contatto
intercorso tra Silone e Bellone, subito dopo l’arresto di Romolo:
« In via assolutamente riservata informo poi la E.V.
che l'Ispettore Generale di P.S. Comm. Bellone ha ricevuto da Basilea dal
Tranquilli Secondino – uno dei capi comunisti – un telegramma che gli preannunzia
la sua venuta in Italia. Il colloquio che vi sarà potrebbe essere interessante.
Terrò informata l’E. V. – »
Va notato qui che, nel riferirsi a Silone, Bocchini precisa che si tratta di
« uno dei capi comunisti ». Al riguardo sorge spontanea una domanda. Se
Silone fosse stato all’epoca una spia fascista, Bocchini non avrebbe forse
informato Mussolini che egli aveva già reso in passato « utili servizi » alla
polizia?
Dalla lettera emerge in modo chiaro che dei rapporti tra Silone e Bellone
erano a conoscenza, oltre ai due diretti interessati, il capo della polizia e
Mussolini. E, sempre a Mussolini, come si è visto, Bocchini comunicò nel
1937 che Silone, al tempo dell’arresto del fratello, finse di essere una spia e
non si prestò a collaborare sinceramente con la polizia.
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