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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Roma, li 8 Dicembre 1923<br />

QUESTURA DI ROMA – GABINETTO<br />

A S.E. il Generale di Corpo d’Armata<br />

Intendente Generale di Polizia<br />

ROMA<br />

Da un fiduciario di quest’Ufficio, residente all'Estero, mi sono pervenute<br />

le seguenti notizie, sull'attività dei comunisti italiani in Belgio:<br />

“Nel Belgio, fino a qualche tempo fa, non esisteva alcun movimento dei<br />

comunisti italiani; movimento che si è andato costituendo ad opera di elementi<br />

italiani espulsi dalla Francia e dal Lussemburgo.<br />

<strong>Il</strong> centro di tale attività è Verviers.<br />

<strong>Il</strong> comitato direttivo, finora provvisorio, e che ha avuto delle polemiche<br />

con l’Esecutivo del Partito comunista Belga nei riguardi del suo riconoscimento,<br />

si compone:<br />

I° – Tacchini Eugenio che si fa chiamare “Scrutatore”, abitante Place du<br />

Marcchè, nel solo bar esistente in quella piazza.<br />

<strong>Il</strong> medesimo è stato espulso dal Lussemburgo e dalla Francia. Si trova da<br />

molti anni all'Estero. Ha circa 30 anni, ed è nato a Novara. È giunto a Verviers<br />

nel maggio scorso, ed in un convegno di gruppi italiani, tenutosi a<br />

Esch sur Alzette, il 18 Novembre scorso, fu chiamato alla presidenza.<br />

E’ il fiduciario del gruppo italiano di Verviers presso il Comitato direttivo<br />

della sezione Belga di quella città.<br />

2°– Angelini Mario nato a Terni, di anni 38, abitante Rue du Pont 55 – 2°<br />

piano, ove dimora pure tal Taggioli, membro del Comitato direttivo del<br />

gruppo italiano. Anche l'Angelini è un espulso dalla Francia e dal Lussemburgo<br />

e si fa chiamare Pittaluga. Egli è l'incaricato di consegnare ogni sabato<br />

il giornale l'“Aral-<br />

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