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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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7. X. 924<br />

Caro amico,<br />

sarà già al corrente di una buona notizia: Silvestri è stato nominato capo<br />

di tutto il movimento comunista italiano per la Francia, il Belgio e il Lussemburgo<br />

e perciò con i primi di ottobre dovrà trasferirsi a Parigi. La nomina<br />

è stata proposta da Mosca che ne ha una buona fiducia ed è stata già<br />

ratificata dall'esecutivo italiano e francese. L’interessato ancora non ha accettato<br />

per molte ragioni, ma finora [finirà] col trasferirsi a Parigi e sobbarcarsi<br />

al nuovo lavoro. Egli attraversa un periodo molto critico: ragioni di<br />

salute, di famiglia ed altre più intime, lo spingono a ritirarsi dalla vita politica,<br />

o a mantenersi almeno in secondo ordine. Finora la decisione è stata<br />

sempre rinviata e può darsi che non sarà mai presa, ma le scrivo questo perché<br />

comprenda i motivi della pigrizia che periodicamente prende il Silvestri.<br />

Inoltre un cumulo di obbligazioni personali: la nonna, il fratello minore, il<br />

suocero, le cognate, tutta gente inabile a guadagnarsi la vita e che gli danno<br />

seccature discrete: anche per questo egli cerca un'occupazione fuori della<br />

politica, che sia più pacifica e redditizia. Parliamo d'altro:<br />

<strong>Il</strong> 28 settembre, grandi manifestazioni antifasciste nelle maggiori città della<br />

Francia. A Parigi sfileranno 300 guardie rosse in divisa (camicia rossa e foulard<br />

nero): sarà pittoresco! Sarà la prima apparizione delle centurie proletarie,<br />

di cui a parte riceverà il piano d’organizzazione. A Marsiglia le cose saranno<br />

più modeste: un comizio con le solite sbornie oratorie. Al comizio<br />

parlerà anche un russo, certo Georgevich, arrestato recentemente a Venezia<br />

e a Genova e che ora si trova qui. <strong>Il</strong> comando generale delle centurie è costituito<br />

da elementi poco noti politicamente, tutti ex ufficiali francesi e italiani.<br />

Per l'approvvigionamento delle armi essi pensano in buona parte di<br />

trafugarle dai depositi francesi, data l'ottima penetrazione comunista nell'esercito<br />

francese, senza contare che in Italia vi sono ancora centinaia di depositi<br />

di armi che arrugginiscono sotto terra per non essere state mai scoperte<br />

dai tempi dell'occupazione delle fabbriche. <strong>Il</strong> comando generale ha<br />

ora sede a St. Denis, presso<br />

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