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Alberto Vacca - Il dossier Silone

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista. Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi. Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento. Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

La figura di Ignazio Silone – universalmente nota come quella di un antifascista che aveva sempre combattuto il regime fascista – è stata deturpata, a partire dal 1998, dagli storici Biocca e Canali, che hanno pubblicato una serie di documenti rinvenuti presso l’Archivio centrale dello Stato (ACS), da cui risulterebbe che Silone fu una spia fascista.
Per permettere al lettore di farsi una corretta opinione sul «caso Silone» sono stati riprodotti in questo libro, in copia fotografica con trascrizione e commento, tutti i documenti ad esso relativi, esistenti presso l’ACS, a cui normalmente hanno accesso solo gli studiosi.
Dal loro esame, come ognuno potrà constatare, risulta semplicemente che Silone simulò di fare la spia, non che fu una spia, e che, pertanto, il castello accusatorio costruito da Canali e Biocca è privo di qualsiasi fondamento.
Silone non fu mai una spia fascista, impegnata a consolidare il regime fascista, ma sempre un antifascista impegnato nella difesa degli ideali di giustizia e di libertà.

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Roma, li 22 maggio 1924<br />

QUESTURA DI ROMA - GABINETTO<br />

A S. E. IL GENERALE DI CORPO D'ARMATA<br />

CAPO della POLIZIA<br />

ROMA<br />

Da Parigi:<br />

D'Aragona, Buozzi e Azimonti, sono stati qui a Parigi, alcuni giorni prima<br />

delle elezioni, ed hanno avuto alcune sedute con il comitato direttivo della<br />

Confederazione generale del lavoro. Gli accordi presi si riferiscono: 1°) alla<br />

Conferenza internazionale dell'Emigrazione, che si sapeva doveva aver luogo<br />

a Roma, affinché si potesse frustrare il progetto De Michelis, di ridurre<br />

sempre più sotto il controllo del Governo italiano, la massa dei lavoratori<br />

che espatria; 2°) in merito alla creazione a Parigi di un grande ufficio dell'Internazionale<br />

di Amsterdam per gli emigranti; 3°) in merito alla situazione<br />

politica italiana e all'appoggio valevole che potrebbero ricevere gli oppositori<br />

social-democratici, da una campagna di stampa e parlamentare, capeggiata<br />

in Francia dal Bloc des Gauches.<br />

Secondo il Sig. Caporali, dal quale abbiamo avuto le surriferite informazioni,<br />

l'accordo si sarebbe realizzato su tutti i punti presi in considerazione.<br />

A qualche riunione ha partecipato anche l'On. Dugoni, che è qui, e si occupa<br />

– credo – di commercio di vini.<br />

*<br />

* *<br />

Sopra il viaggio di Matteotti nel Belgio, ho questo dettaglio interessante,<br />

benché il fatto sia già sorpassato. Matteotti, come è noto, si recò senza passaporto<br />

a Bruxelles, per il<br />

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