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4 Creare contenuti per il web - Andrea Giachetti

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Contenuti multimediali: codifica ed elaborazione 103<br />

Figura 46: Stessa immagine acquisita con differenti risoluzioni spaziali<br />

memorizzare i colori (range dinamico) che determinerà l'accuratezza con cui si potranno<br />

rappresentare le sfumature. Quando si compra una macchina fotografica digitale, si indica in<br />

genere la risoluzione in Megapixel (m<strong>il</strong>ioni di punti), che è <strong>il</strong> numero che esprime <strong>il</strong> prodotto<br />

delle dimensioni (NxM) della griglia di acquisizione: tanto più sarà alto tale numero, quanto più<br />

l'immagine apparirà dettagliata, mentre se è basso, apparirà evidente la granularità<br />

dell'acquisizione (vedi Figura 46). Ovviamente la <strong>per</strong>cezione degli effetti della risoluzione<br />

limitata dipenderà dall'ingrandimento con cui viene rappresentata, cioè dalla dimensione fisica<br />

dei quadratini (pixel) che compongono la rappresentazione. Per questo motivo le foto digitali,<br />

anche se oggi i sensori hanno raggiunto risoluzioni molto elevate, non possono essere ingrandite<br />

eccessivamente senza mostrare i limiti del dettaglio acquisito. Il numero di bit con cui si<br />

acquisiscono la luminosità o le componenti di colore è invece, in generale, poco variab<strong>il</strong>e:<br />

tipicamente le immagini digitali usano 8 bit <strong>per</strong> pixel <strong>per</strong> ciascuna componente di colore o <strong>per</strong><br />

la sola luminosità se a toni di grigio. Solo tipi particolari di immagini, come, ad esempio, quelle<br />

diagnostiche, usano un numero di bit più elevato. Gli 8 bit sono sufficienti in quanto l'occhio<br />

umano non è in grado di distinguere più di un centinaio di differenti livelli di luminosità (o<br />

livelli di grigio). Otto bit codificano 256 livelli differenti e quindi sono sufficienti. Se si scende<br />

sotto tale soglia, tuttavia, la <strong>per</strong>dita di qualità diventa via via r<strong>il</strong>evante e compaiono effetti<br />

fastidiosi come i falsi contorni (“posterizzazione”) evidenziati nella Figura 47.<br />

Se nelle immagini in bianco e nero ad ogni pixel corrisponde quindi un numero da 0 a 255, in<br />

quelle a colori vengono codificate 3 componenti corrispondenti ai colori primari (si usano<br />

tipicamente rosso verde e blu, quindi si parla di immagini RGB, dai nomi dei colori in inglese:<br />

red, green e blue), ciascuna con un byte. Ogni pixel occupa quindi 3 byte, in realtà spesso si usa<br />

una codifica da 4 byte con un canale aggiuntivo detto alfa, usato <strong>per</strong> rappresentare informazioni<br />

aggiuntive (ad esempio la trasparenza). Con gli otto bit <strong>per</strong> colore si possono generare oltre 16<br />

m<strong>il</strong>ioni di differenti sfumature e non avrebbe quindi senso, dati i limiti della <strong>per</strong>cezione umana,<br />

andare oltre, tant'è che si parla, in questo caso, di immagini “true color” cioè in cui la<br />

rappresentazione del colore è realistica (ovviamente nei limiti imposti dalla rappresentazione<br />

additiva del colore mediante componenti RGB).<br />

La nota dolente della rappresentazione ottenuta in questo modo <strong>per</strong> le immagini digitali sul

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