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4 Creare contenuti per il web - Andrea Giachetti

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Introduzione<br />

Introduzione 5<br />

L'ut<strong>il</strong>izzo del calcolatore e delle reti telematiche <strong>per</strong> codificare, trasmettere, rappresentare ed<br />

elaborare informazioni di tipo eterogeneo ha sicuramente rivoluzionato diversi aspetti della<br />

nostra vita sociale, culturale e lavorativa ed <strong>il</strong> suo effetto non può essere ignorato da coloro che<br />

o<strong>per</strong>ano nel mondo della comunicazione, dell'educazione, e di ogni disciplina legata al<br />

trattamento dell'informazione.<br />

Internet è, infatti, diventato oggigiorno un mezzo fondamentale <strong>per</strong> l'accesso all'informazione<br />

ed alla cultura e consente innumerevoli modalità di comunicazione, apprendimento,<br />

divertimento e fruizione dei più svariati <strong>contenuti</strong> multimediali, cioè che combinano diversi<br />

mezzi, sia in senso fisico (suoni, immagini, video) che st<strong>il</strong>istico (narrazione, documento, ecc.).<br />

Inoltre, computer e terminali in grado di riprodurre e visualizzare <strong>contenuti</strong> audio, video e<br />

testuali ci circondano ormai in ogni istante della nostra vita. I moderni telefoni, iPod, televisori<br />

digitali, elettrodomestici, cruscotti di automob<strong>il</strong>i e via dicendo, contengono tutti al loro interno<br />

un elaboratore digitale non dissim<strong>il</strong>e dal nostro PC da scrivania.<br />

Nonostante tutto questo e nonostante la notevole eco che hanno sulla stampa gli argomenti<br />

legati al mondo digitale e telematico, si può fac<strong>il</strong>mente verificare quanto la cultura di base<br />

relativa alle cosiddette nuove tecnologie sia spesso carente, e non soltanto tra coloro che non<br />

hanno accesso ad esse.<br />

Basta, infatti, provare a chiedere, anche a giovani che ut<strong>il</strong>izzano quotidianamente PC e Internet,<br />

cosa significhino alcuni termini dell'informatica che continuamente ut<strong>il</strong>izziamo e leggiamo sui<br />

giornali (ad esempio “multimediale”, “client-server” o “byte”), <strong>per</strong> scoprire che <strong>il</strong> loro<br />

significato non è semplicemente ignoto, ma che la stragrande maggioranza delle <strong>per</strong>sone ha<br />

conoscenze errate su tali concetti. Per fare un esempio, su un campione di iscritti al primo anno<br />

di un corso universitario, due studenti su tre hanno mostrato idee sbagliate sul significato di<br />

“multimediale” ed una <strong>per</strong>centuale ancora maggiore non è riuscita a classificare un browser<br />

<strong>web</strong> come un applicazione client, nonostante lo usi quotidianamente. Nessuno degli studenti del<br />

campione è stato in grado di dire a quanti bit corrisponda un K<strong>il</strong>obyte (8192), scegliendo tra tre<br />

alternative.<br />

La mancanza di diffusione delle conoscenze di base riguardanti le nuove tecnologie è un male<br />

sia nel caso si sia entusiasti fautori dell'ut<strong>il</strong>izzo di esse, sia, come a volte accade nel mondo<br />

umanistico, le si veda con occhio molto critico, spaventati dai rischi reali o presunti cui queste<br />

ci sottoporrebbero. E' impossib<strong>il</strong>e, infatti, sostenere ragionevolmente critiche a ciò che non si<br />

conosce, così come è impossib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izzare efficacemente a proprio vantaggio strumenti che<br />

non si padroneggiano a sufficienza.<br />

Il fatto, poi, che le carenze si riscontrino anche nei giovani e in chi PC e reti li usa<br />

quotidianamente, significa che non c'è da preoccuparsi solo del cosiddetto “digital divide” cioè<br />

del fatto che una <strong>per</strong>centuale non trascurab<strong>il</strong>e della popolazione del nostro paese non abbia<br />

accesso alle tecnologie, ma anche, e forse maggiormente, di una notevole carenza di cultura<br />

tecnico-scientifico diffusa tra coloro che le tecnologie le usano e che, quindi, non ne fanno<br />

probab<strong>il</strong>mente buon uso. Questo smentisce anche alcuni luoghi comuni sulla presunta

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