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4 Creare contenuti per il web - Andrea Giachetti

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Funzionamento e gestione dei siti <strong>web</strong> 47<br />

uomo-macchina, che studia le modalità di interazione appunto tra uomo e i sistemi automatici<br />

usati <strong>per</strong> i più diversi scopi e le metodologie <strong>per</strong> garantire la massima usab<strong>il</strong>ità dei sistemi<br />

stessi. L'usab<strong>il</strong>ità viene definita (secondo uno standard definito dall'ISO, cioè l'organizzazione<br />

internazionale <strong>per</strong> la standardizzazione), come l'efficacia, l'efficienza e la soddisfazione con le<br />

quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti.<br />

Che le azioni che svolgiamo su un sistema interattivo abbiano un obiettivo prefissato è<br />

abbastanza intuitivo. In ogni caso gli studiosi di interazione uomo-macchina modellano<br />

l'interazione con una serie di passi con cui si ideano, eseguono e valutano le azioni, in modo da<br />

scomporne ed analizzarne i processi. Nel modello di interazione più famoso (di Norman) questi<br />

passi sono: formulazione dell'obiettivo, formulazione dell'intenzione, identificazione dell'azione<br />

necessaria, esecuzione dell'azione, <strong>per</strong>cezione dello stato del sistema a seguito dell'azione,<br />

interpretazione dello stato del sistema e valutazione del risultato rispetto all'obiettivo.<br />

Senza entrare nel dettaglio delle metodologie di progettazione ut<strong>il</strong>i a introdurre e verificare<br />

nelle interfacce <strong>web</strong> efficacia (l’accuratezza e completezza con cui l’obiettivo viene raggiunto),<br />

efficienza (cioè le risorse spese <strong>per</strong> ottenerlo) e soddisfazione (comfort e accettab<strong>il</strong>ità del<br />

sistema), possiamo comunque ottenere alcune linee guida <strong>per</strong> migliorare l'usab<strong>il</strong>ità dei sistemi,<br />

semplicemente analizzando le caratteristiche dell'uomo e le possib<strong>il</strong>ità messe a disposizione<br />

dalle interfacce utente nel nostro caso realizzab<strong>il</strong>i mediante le tecnologie <strong>web</strong>.<br />

Facciamo qualche esempio <strong>per</strong> chiarire meglio le idee. Attraverso lo studio del sistema visivo<br />

umano possiamo capire come usare l'impaginazione ed <strong>il</strong> colore <strong>per</strong> rendere più efficace<br />

l'interazione. Gli studi mostrano che la <strong>per</strong>cezione del colore non è costante, ma è ridotta <strong>per</strong> le<br />

frequenze del blu: quindi una buona norma di progettazione consisterà nell'evitare di scrivere <strong>il</strong><br />

testo r<strong>il</strong>evante in tale colore. Ancora: più dell'8% della popolazione masch<strong>il</strong>e (molto meno <strong>per</strong><br />

le donne) è affetta da daltonismo, ovvero non è in grado di distinguere correttamente le tinte (la<br />

patologia più frequente impedisce la distinzione del rosso dal verde). La norma di progettazione<br />

che ne deriva è quindi evitare di ut<strong>il</strong>izzare contrasti di tonalità, meglio evidenziare i <strong>contenuti</strong><br />

con contrasti di luminosità. Colori molto saturi e ravvicinati possono, poi, creare fastidio a<br />

causa delle difficoltà di messa a fuoco contemporanea di segnali luminosi a frequenza diversa:<br />

anche questi andrebbero quindi evitati.<br />

L'uomo, come hanno mostrato gli psicologi della “Gestalt” nel secolo scorso, tende poi<br />

naturalmente a raggruppare gli oggetti sulla base di determinati principi (vicinanza,<br />

somiglianza, continuità) e conviene usare questi principi <strong>per</strong> distribuire le componenti della<br />

propria interfaccia (ad esempio collegando, riquadrando parti con significato comune, usando<br />

colori o caratteri coerenti con <strong>il</strong> significato, ecc.).<br />

Lo studio dei processi mnemonici, invece, rende evidente che la memoria a breve termine<br />

dell'uomo si limita a circa 7 unità base o “chunk” (ad esempio gruppi di 2-3 numeri, parole).<br />

Questo vuol dire che occorre evitare di costringere l'utente a ricordare un numero su<strong>per</strong>iore di<br />

dati. Pensate, ad esempio, al classico messaggio di errore che compare quando dimenticate di<br />

comp<strong>il</strong>are qualche campo in un modulo di iscrizione online. Se <strong>il</strong> messaggio di errore vi elenca<br />

i dati dimenticati, ma vi costringe a ricordarli a memoria quando ritentate l'iscrizione, è<br />

decisamente poco usab<strong>il</strong>e. Meglio, allora, un sistema che segnali gli errori sullo stesso modulo<br />

errato, senza imporre sforzi mnemonici. I siti migliori ut<strong>il</strong>izzano, infatti, quest'ultima opzione.<br />

Un sito usab<strong>il</strong>e deve anche rendere fac<strong>il</strong>mente comprensib<strong>il</strong>e quali siano le azioni che si<br />

possono fare su di esso e quali risultati ci si devono attendere. Quindi è buona norma seguire le

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