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4 Creare contenuti per il web - Andrea Giachetti

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Contenuti multimediali: codifica ed elaborazione 125<br />

Figura 68: Applicazioni come Google Earth e sim<strong>il</strong>ari <strong>per</strong>mettono di navigare con comandi tipo<br />

aereo su un modello tridimensionale della Terra scaricato progressivamente dalla rete e raffinato<br />

in funzione della posizione del punto di vista.<br />

molto sopravvalutato a livello mediatico, del sito Second Life, in cui l'utente può muovere in un<br />

ambiente simulato 3D un modello che lo rappresenta o avatar (parola dal sanscrito che<br />

significa “incarnazione”) ed interagire con altri utenti in rete.<br />

Ma esistono anche applicazioni in rete molto ut<strong>il</strong>i basate sulla navigazione in ambienti virtuali,<br />

basti pensare a Google Earth (http://earth.google.com) e sim<strong>il</strong>i (Figura 68), che <strong>per</strong>mettono di<br />

navigare sulla su<strong>per</strong>ficie terrestre vedendone la struttura in dettaglio ed in tre dimensioni.<br />

Queste sono applicazioni di quella che possiamo chiamare realtà virtuale “da scrivania” in cui la<br />

visualizzazione tridimensionale è forzatamente limitata a un punto di vista e la navigazione<br />

dell'utente è vincolata all'uso di particolari metafore che <strong>per</strong>mettano di ricavare i movimenti 3D<br />

dall'uso di tastiera e mouse (ad esempio quella della navigazione aerea, che viene controllata<br />

tramite l'avanzamento e gli angoli di rollio beccheggio ed imbardata). L'industria dei<br />

videogiochi sta comunque creando dispositivi <strong>per</strong> manipolare le scene virtuali con azioni<br />

direttamente in 3D, <strong>per</strong> cui si possono realizzare effetti di interazione “naturale” anche con <strong>il</strong><br />

PC di casa (l'esempio classico è la console <strong>per</strong> videogiochi Nintendo Wii che ha un controller in<br />

grado di trasferire all'unità di calcolo <strong>il</strong> movimento in 3D).<br />

Per la rappresentazione di scene 3D sul <strong>web</strong> esistono appositi standard (si parla in questo caso<br />

di “<strong>web</strong> 3D”. Il primo standard definito si chiamava VRML (Virtual Reality Modeling<br />

Language) e consentiva di definire completamente geometria della scena ed <strong>il</strong>luminazione.<br />

Diverse case produttrici hanno sv<strong>il</strong>uppato plugin <strong>per</strong> l'inserimento di tali scene nelle pagine <strong>web</strong><br />

con <strong>il</strong> normale meccanismo dell'object/embed e <strong>per</strong> la visualizzazione a sé stante delle scene.<br />

Tuttavia la diffusione dell'uso di tale standard non è mai diventata elevatissima, lo stesso è<br />

accaduto con lo standard successivo a VRML, detto X3D, derivato dal linguaggio di markup<br />

XML (lo stesso di XHTML e dei feed RSS). Esistono comunque vari plugin gratuiti in grado<br />

di visualizzare i <strong>contenuti</strong> VRML e X3D (es. Octaga player, Cortona 3D, OpenVRML, ecc.),<br />

sebbene la compatib<strong>il</strong>ità tra i vari sistemi lasci ancora abbastanza a desiderare. Anche <strong>per</strong><br />

questo, le applicazioni più avanzate sono realizzate in genere con tecniche proprietarie (e sono<br />

in ogni caso di realizzazione complessa, anche <strong>per</strong>ché occorre studiare le modalità di<br />

interazione). VRML e X3D <strong>per</strong>mettono, comunque, di rendere abbastanza semplice aggiungere<br />

una visualizzazione interattiva di modelli 3D in pagine <strong>web</strong> e questo può essere ut<strong>il</strong>e <strong>per</strong> scopi<br />

educativi, in quanto l'esplorazione di scene in tre dimensioni consente di acquisire più

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