Tesi di Laurea di Valentina Boccini - Dipartimento di Matematica e ...
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CAPITOLO 1. LEZIONI 19<br />
Il teorema ci conferma che le terne pitagoriche primitive sono infinite (possiamo<br />
applicare le trasformazioni un numero <strong>di</strong> volte illimitato) ed aggiunge<br />
a questo che tutte possono essere ricavate a partire da (3, 4, 5). Sappiamo<br />
infatti che (3, 4, 5) è la più semplice delle terne e tutte quelle <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />
maggiori si possono ricavare solo applicando queste tre trasformazioni.<br />
Questo meccanismo <strong>di</strong> generazione <strong>di</strong> terne pitagoriche può essere descritto<br />
in modo più chiaro dalla figura 1.1. Da ogni terna pitagorica primitiva<br />
se ne <strong>di</strong>ramano potenzialmente altre tre: la linea in alto simboleggia la<br />
trasformazione associata ad M1, quella orizzontale ad M2, quella in basso ad<br />
M3.<br />
Facciamo alcune osservazioni sul grafico.<br />
- La linea centrale contiene tutte terne in cui a, b sono interi consecutivi:<br />
applicando in successione sempre la seconda trasformazione, otteniamo<br />
terne sempre più gran<strong>di</strong> e resta sempre valida la relazione tra a e b :<br />
|a − b| = 1.<br />
- Il percorso all’estremità in alto, in cui ci sono terne ottenute iterando<br />
solo la prima trasformazione, contiene terne sempre più gran<strong>di</strong>, in cui<br />
vale sempre che b e c sono interi consecutivi.<br />
- La linea all’estremità in basso contiene tutte quelle in cui a e c sono<br />
numeri <strong>di</strong>spari consecutivi (questa volta si applica in successione la<br />
trasformazione 3).<br />
Si possono inoltre tracciare sequenze alternando con una certa regolarità<br />
la prima, la seconda e la terza trasformazione, cioè effettuando ‘passi’ sul<br />
grafico che chiameremo rispettivamente <strong>di</strong> tipo UP, ACROSS, DOWN (U,<br />
A, D).<br />
Per adesso soffermiamoci su queste osservazioni e riflettiamo sul loro significato<br />
geometrico. Pren<strong>di</strong>amo in considerazione la successione centrale e<br />
ve<strong>di</strong>amola come successione <strong>di</strong> triangoli pitagorici corrispondenti:<br />
(3, 4, 5) → (21, 20, 29) → (119, 120, 169) → . . .<br />
Proviamo a <strong>di</strong>segnare questi triangoli (eventualmente riscalando l’unità <strong>di</strong><br />
misura, in modo che siano più o meno delle stesse <strong>di</strong>mensioni). Applicando<br />
ripetutamente la trasformazione 2, i lati dei triangoli sono sempre più gran<strong>di</strong>,<br />
ma la <strong>di</strong>fferenza tra i cateti è sempre <strong>di</strong> 1 unità. La <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> 1 unità influisce<br />
molto se i numeri in questione sono piccoli, mentre <strong>di</strong>venta sempre più<br />
ininfluente, in proporzione, al crescere <strong>di</strong> essi; cioè, per determinare quanto<br />
due lunghezze siano ‘vicine’, non dobbiamo guardare la <strong>di</strong>fferenza assoluta,